Qualche mese fa, dopo cinque anni d’inferno, sembrava finalmente essere giunto il suo momento. Qualcosa, però, è andato storto e Goffredo Murani anche stavolta sarà assunto dal Comune di Oria la prossima volta. Dopo 18 anni di onorato servizio come autista di scuolabus – un solo mese di malattia e innumerevoli straordinari, volontari e non retribuiti – non ne può davvero più il 56enne, ormai stanco di aspettare e pazientare.
«Dopo aver servito la mia città per quasi un ventennio – dice – cinque anni fa sono stato scaricato come un sacco d’immondizia e oggi, a Oria, rappresento l’unico ex LSU non ancora stabilizzato… Gli altri miei colleghi più giovani e con una minore anzianità di servizio, infatti, sono stati già assunti a tempo indeterminato».
L’ultima assunzione in ordine di tempo è avvenuta di recente e ha reso più profonda una ferita tutt’altro che rimarginata: «Nel marzo 2012 – racconta – prima della scadenza del contratto a tempo determinato di tre anni, con un collega precario, presentai istanza per la stabilizzazione. Il risultato? Si preferì stabilizzare il lavoratore con sei anni di servizio, mentre a me non venne data mai alcuna risposta». Una situazione che oggi si ripete.
Nel 2012, allora, Murani decide di fare causa al Comune per chiedere l’assunzione e i danni materiali, morali ed esistenziali per circa 150mila euro. La controversia è tuttora pendente dinanzi alla Corte d’Appello di Lecce, ma nel frattempo interviene la “Legge Madia” per la stabilizzazione dei lavoratori pubblici precari, quindi lo scorso anno Murani scende a patti con l’ente: è pronto a rinunciare ai danni pur di essere stabilizzato. La Giunta uscente del sindaco Cosimo Ferretti, il 17 marzo scorso, mette mano al piano triennale delle assunzioni e prevede la stabilizzazione di due unità, tra le quali un autista (Murani), entro il 30 dicembre 2017. Soltanto che poi, agli inizi di ottobre, l’Amministrazione Ferretti decade – sfiduciata, di fatto, dal Consiglio comunale – e al posto del sindaco arriva il commissario straordinario Pasqua Erminia Cicoria. Quest’ultima, con grande rammarico e sorpresa del diretto interessato, il 27 novembre scorso, rimette mano al piano triennale delle assunzioni e cancella la figura di autista. Il passo successivo è quello di stabilizzare l’altro ex LSU, come poi avviene…
«La storia si è ripetuta esattamente come cinque anni fa – lamenta, sconsolato ma non rassegnato, Murani – nonostante tra me e il Comune esistesse già un accordo di massima. Lo scorso 27 ottobre, ho chiesto al commissario di essere ricevuto per avere un colloquio, ma non ho ricevuto alcuna risposta e neanche questo mi sembra né giusto né umano…».
Intanto, proprio dal 2012, il servizio di trasporto scolastico è gestito esternamente coi mezzi del Comune: «Una soluzione che a me – lamenta Murani – sembra antieconomica per le casse pubbliche: oltre a pagare diverse migliaia di euro ogni mese al gestore privato, sempre lo stesso con contratti a tempo reiterati negli anni, il Comune mette a disposizione i pulmini e si fa carico della manutenzione… Conviene più questa soluzione – si chiede e chiede – o disporre di un autista interno che tra stipendio e contributi verrebbe a costare molto, ma molto meno?».
Il calvario dell’ex LSU, insomma, prosegue. «Da cinque anni a questa parte – confida – sono costretto ad arrangiarmi come meglio posso per sostentare la mia famiglia, e non è per niente facile. Inoltre, alla mia età, è praticamente impossibile inventarsi o trovare un altro lavoro e a me non scende proprio di dover rinunciare ancora una volta ai miei diritti…».
Ora attenderà di spiegarsi con il commissario e, ovviamente, gli sviluppi della causa di lavoro ancora pendente (prossima udienza fissata a marzo). Certo è che se potesse tornare indietro, tipo a 25 anni fa, ci penserebbe su due volte prima di rinunciare alla proposta che la “Fochi” di Bologna, ditta per cui ha lavorato dal 1987 al 1995, gli fece dopo un periodo di cassa integrazione: «Mi dissero che il lavoro c’era – racconta – ma che sarei dovuto andare a fare l’autista-gruista a Dubai, prospettiva interessante, ma all’epoca avevo già due figli piccoli e, in più, mi si aprì un’altra porta: entrare, come tanti altri, nella pattuglia di lavoratori socialmente utili al Comune di Oria». Furono una quarantina quell’anno a scegliere questa via: quasi tutti, nel tempo, dopo anni e anni di co.co.co., hanno trovato un impiego stabile. In quel “quasi” rientra, suo malgrado, ormai soltanto Murani, che ora è disposto a tutto, perfino a ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo, pur di ottenere – prima che sia troppo tardi, perché non è semplice vivere così – quel che è sicuro gli spetti.