Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi Stefania De Angelis ha disposto il sequestro conservativo di quattro beni immobili finiti nella disponibilità di monsignor Angelo Altavilla (e poi donati alla Diocesi di Oria) dopo essere appartenuti a Vita Maglie, sua ex parrocchiana – affetta da Alzheimer – deceduta il 30 aprile 2014 all’età di 89 anni. Si tratta di un’abitazione, due garage e un fondo rustico, tutti in territorio di Latiano. Lo scorso 9 novembre, il sacerdote era stato rinviato a giudizio per circonvenzione d’incapace continuata.
Secondo l’accusa, infatti, sin dal novembre 2008, si approfittò delle precarie condizioni di salute dell’anziana per farsi lasciare in eredità i suoi averi: proprietà e liquidità per circa un milione di euro. Il sequestro era stato richiesto, nel corso dell’udienza preliminare, dal legale di parte civile Antonio Sartorio, che assiste Giovanna Italia “Daniela” Maglie (cugina di secondo grado di Vita). L’istanza dell’avvocato è stata accolta lo scorso 24 novembre dal Gip, secondo cui “sussiste un fondato pericolo di perdita delle garanzie del credito”.
Scrive nell’ordinanza di sequestro, tra le altre cose, il magistrato: «Dalla documentazione in atti e, in particolare, dagli accertamenti bancari effettuati dalla polizia giudiziaria, emerge che l’Altavilla ha posto in essere atti dispositivi dannosi per la persona offesa ed ha eseguito numerose operazioni dirette ad appropriarsi del denaro e dei beni della predetta».
Il provvedimento elenca in premessa gli “atti giuridicamente dannosi” che sarebbero stati indotti dal religioso (difeso dall’avvocato Vincenzo Farina). Si parte dal 24 novembre 2008, quando la signora, con testamento publico, nominò don Angelo suo erede universale di tutti i beni mobili e immobili con l’onere di provvedere, al momento della sua morte, ai funerali, alla sepoltura, e alla celebrazione di messe in suffragio suo, dei familiari e di (…), con la condizione che “quanto residuerà dovrà essere impiegato in opere di carità, di religione e di culto che siano legate al territorio di Latiano”. Quel testamento fu registrato il 5 maggio 2014 (cinque giorni dopo la morte della signora Vita) e il successivo 27 luglio don Angelo donò un’abitazione, due garage, due fabbricati e quattro uliveti alla parrocchia di Santa Maria della Neve (di cui era parroco).
Oltre a ciò, nelle carte processuali è finita tutta una serie di transazioni bancarie e postali con cointestazioni di libretti di risparmio, trasferimenti di denaro (con bonifici, giroconti, assegni, deleghe e versamenti) anche di notevole entità dalla disponibilità della signora Vita a quella di don Angelo. Solo per riportare gli esempi economicamente più eclatanti: il 28 marzo 2008, versamento in contanti di 213.038,55 euro; il 14 ottobre 2013, 88mila euro transitano con giroconto da un libretto intestato alla parrocchiana a un conto intestato al prete; il 31 dicembre 2013, fu aperto un conto corrente cointestato a alla signora Vita e a don Angelo con accredito di 88mila euro e addebito di 80mila euro quale premio per “polizza base sicura”; il 7 gennaio 2014, trasferimento fondi in favore di Allianz Bank per l’importo di 100mila euro; il 4 luglio 2014, un giroconto dell’importo di 100mila euro in favore di don Angelo; il 4 luglio 2014, un bonifico per l’importo di 60mila euro su un conto estero intestato a don Angelo; il 25 luglio 2014, un bonifico di 150mila euro per legato testamentario.
La prima udienza del processo a carico del sacerdote, nel frattempo trasferito a Bari, sarà celebrata il 6 marzo 2018. Oltre a Daniela Maglie, si è costituto parte civile anche un cugino di terzo grado della signora Vita: Raffaele Cuna, residente a Torre Santa Susanna e assistito dall’avvocato Cosimo Lodeserto.
Eliseo Zanzarelli