Il Consiglio comunale ha, di fatto, ribadito il suo “no” alla prosecuzione – seppure per qualche altro mese e con una Giunta di salute pubblica – dell’Amministrazione guidata dal sindaco Cosimo Ferretti. Nei prossimi giorni, il prefetto di Brindisi Valerio Valenti potrà nominare un commissario straordinario che provvederà innanzitutto ad approvare il conto economico e lo stato patrimoniale 2016, poi a traghettare il Comune fino alla primavera 2018, quando si celebreranno nuove elezioni amministrative.
Nella prima serata di oggi (martedì 3 ottobre), infatti, dopo il voto unanime sul primo punto all’ordine del giorno (sulla rigenerazione urbana) i consiglieri della minoranza sono usciti dall’aula e hanno fatto mancare il numero legale, così avendo confermato l’intenzione di staccare definitivamente la spina nonostante i tentativi di mediazione dei giorni scorsi.
Una mediazione che sarebbe stata finalizzata, a dire di Ferretti e dei suoi, a scongiurare un lungo periodo di commissariamento che potrebbe far perdere a Oria importanti finanziamenti (in scadenza e in uscita) e far passare in secondo piano questioni spinose come quella del castello. Non sarà però così, in quanto i consiglieri comunali della Coalizione per il cambiamento (Maria Lucia Carone, Tommaso Carone, Angelo Mazza e Antonio Proto) quelli dei Democratici per Oria (Toni Fullone, Antonio Micelli, Leonzio Spina, assente Claudio Zanzarelli) e il consigliere di Ncd-Ap Cosimo Pomarico hanno ribadito il concetto già espresso durante la conferenza dei capigruppo tenutasi domenica mattina. Il punto è rimasto all’ordine del giorno e dunque oggi – come spiegato dal presidente delle assise Glauco Caniglia – è spettato alla maggior parte dei consiglieri assumersi la responsabilità di non consentirne la discussione e la votazione. A sostenere l’Amministrazione sono rimasti i sette (oltre al sindaco) che già una decina di giorni fa avevano votato favorevolmente, e cioè: lo stesso Caniglia, Francesco Biasi, Mimmo Conte, Cosimo Patisso, Gianfranco Sorrento, Giovanni Trentino ed Ermanno Vitto.
Il primo cittadino, dal canto suo, ha parlato di una fine anticipata legata alle solite vicende e ai soliti noti, uno in particolare: Fullone. Nel corso del suo intervento finale, Ferretti ha parlato a cuore aperto, ha detto che si sarebbe dimesso comunque a febbraio e che fino ad allora avrebbe rinunciato all’indennità, e infine ha salutato la sala consiliare con queste parole: «Da buon cristiano non vi odierò, ma ricorderò».