Due rapine tentate e altre due riuscite, persino un conflitto a fuoco coi carabinieri. Gli uomini dell’Arma in forza alla compagnia di Brindisi hanno eseguito, oggi, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale di Brindisi su richiesta della Procura, a carico di quattro persone, tutte di Brindisi: Teodoro Valenti, 44 anni; Roberto Nigro, 50 anni; Antonio Mangiulli, 27 anni; Emilio Valenti, 25 anni. I reati per i quali è indagato il quartetto furono commessi all’inizio dell’anno tra il capoluogo e San Vito dei Normanni.
Le indagini furono avviate il 25 gennaio 2017, quando intorno alle 19,30 tre uomini col volto coperto, giunti sul posto a bordo di una Fiat Croma (rubata), tentarono il colpo in una gioielleria di corso Garibaldi a Brindisi. L’inattesa reazione del titolare guastò i piani dei rapinatori che, nel darsi alla fuga, fecero partire un colpo di fucile a canne mozze e ferirono di striscio un passante. Dopo poco, i tre decisero di cambiare obiettivo e concentrarono le attenzioni su di una ricevitoria in via Tevere, ma furono intercettati da una pattuglia di carabinieri in servizio antirapina. Ne nacque una sparatoria e alla fine furono arrestati E. Valenti e Mangiulli. Nell’occasione, Mangiulli aveva puntato un fucile a canne mozze contro uno dei militari che gli aveva intimato ad alta voce “Alt carabinieri!”. Avvertito l’imminente pericolo, con prontezza, poi lo stesso militare fece fuoco e ferì lievemente il rapinatore alla tempia. Il terzo complice, nel frattempo, riuscì a darsi alla fuga con la Croma e a raggiungere la stazione ferroviaria di San Vito dei Normanni, non prima di aver incendiato l’auto (al cui interno fu trovato il fucile a canne mozze).
Il prosieguo delle attività investigative ha consentito di far luce su due altre rapine consumate il 5 gennaio 2017 ai danni del “Compro Oro” di via Sicilia, a Brindisi, e il 23 gennaio successivo in un bar tabacchi in via XXV Luglio a San Vito dei Normanni.
Nel primo caso, due uomini col volto coperto (identificati poi come Mangiulli e Valenti) dopo aver sfondato a calci la porta d’ingresso, fecero irruzione nel locale e, malmenata una dipendente, s’impossessarono dell’incasso di circa 4mila euro. Mangiulli sarebbe poi stato arrestato il 23 febbraio in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, mentre a Valenti quell’episodio è stato contestato con l’odierno provvedimento del gip.
Nel secondo caso (bar tabacchi a San Vito) tre uomini giunsero nell’esercizio (mentre un complice rimase alla guida di una Fiat Croma) e, dopo aver nebulizzato l’ambiente con un estintore, si appropriarono di contanti (circa 12mila euro), assegni e carte di credito. Nella circostanza, uno dei malviventi esplose un colpo di pistola all’indirizzo del proprietario del locale, senza fortunatamente raggiungerlo. Le ricerche dei carabinieri consentirono, poco dopo, di trovare in un casolare abbandonato, al confine tra Brindisi e San Vito, la refurtiva, ma anche passamontagna, guanti ed estintore utilizzati durante il colpo. Dall’esame del Dna sugli oggetti sequestrati, si riuscì a risalire a Nigro, mentre a Mangiulli e Valenti si è risaliti grazie alle intercettazioni ambientali in carcere. Sono tuttora in corso, invece, indagini per individuare il quarto complice.
Gli uomini dell’Arma sono risaliti poi anche a un’altra persona: Teodoro Valenti, zio di Emilio Valenti, ritenuto il mandante delle rapine e l’organizzatore del gruppo. A lui è contestato il concorso morale in tutti e quattro gli episodi.