Se davvero così dovesse essere, il centro di carico intermodale di Francavilla Fontana – costato circa 12 miliardi di lire – potrebbe tornare alla sua funzione originaria (rimasta soltanto nelle intenzioni): l’essere un polo logistico-strategico d’eccellenza. L’ultima proposta per il suo rilancio è firmata dal presidente del Consorzio Asi di Brindisi, Domenico Bianco, il quale immagina l’interporto come un’ideale cerniera di raccordo tra i due porti o, meglio, tra le due Zone economiche speciali (a fiscalità vantaggiosa per coloro i quali decideranno d’investirvi) che sorgeranno a Taranto e a Brindisi.
Il progetto di Bianco, che proprio oggi partecipata al tavolo tecnico in Prefettura sul rilancio dell’industria brindisina con anche il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, mira a recuperare quel monumento al nulla ubicato, dalla fine degli anni ’90, a cavallo tra le contrade Tibero e Rosea nelle campagne della Città degli Imperiali.
«Il centro di carico di Francavilla – ha affermato il Presidente Bianco microfoni dei colleghi di Brindisitime – assume una importanza strategica nelle attività retroportuali e c’è la concreta possibilità di recuperarlo in quanto è consentito l’inserimento, nel contesto Zes, di aree non contigue ma funzionalmente legate: esattamente ciò che rappresenta la struttura di Francavilla per Taranto e Brindisi».
Certo, per realizzare questo ambizioso proposito, ci sarebbe prima da recuperare un immobile gigantesco e, da decenni, preda del degrado e dei saccheggi: «Abbiamo accertato – ha aggiunto Bianco – che ci sono già tre milioni di euro disponibili da anni, parte dei quali (1,8 milioni) già versati nelle casse del Comune di Francavilla Fontana. Si tratta di utilizzarli – ha proseguito – non tanto per il completamento, quanto per un revamping dell’esistente. Ovviamente – ha precisato – serviranno altre risorse, ma se il centro di carico sarà considerato strategico ai fini della effettiva sinergia tra le Zes di Taranto e Brindisi non ci saranno problemi a reperirle».
L’idea di Bianco dovrà ora passare al vaglio delle autorità nazionali, regionali e territoriali competenti, ma il tema “caldo” delle Zes e il fatto che tra il Comune di Francavilla Fontana, due anni fa, sia stato già sottoscritto un protocollo d’intesa per l’utilizzo dell’interporto potrebbe giocare un ruolo di favore nell’ottica di una sua concretizzazione.
Insomma, tra le tante succedutesi negli anni, la prospettiva del presidente Asi sembra la più coerente nell’ottica dello sfruttamento di quella che, in tutto questo tempo, è assurta agli onori delle cronache locali (e non solo) come la cattedrale nel deserto delle cattedrali nel deserto. Un mastodontico simbolo di come spesso si possano sprecare, senz’alcuna plausibile giustificazione, enormi quantità di denaro pubblico.