Non è questo il luogo giusto per emettere sentenze, ma per esprimere qualche opinione certamente sì. Nonostante le innumerevoli segnalazioni e malgrado tutti gli annunci del caso, mentre scriviamo, ci sono di nuovo due persone che lottano tra la vita e la morte in un letto d’ospedale dopo l’ennesimo incidente, ieri intorno alle 14, nel punto esatto in cui la strada provinciale 69, di collegamento tra Torre Santa Susanna e Mesagne, incrocia la strada provinciale 51 bis di collegamento tra Oria e Cellino San Marco. Nella speranza e con l’augurio che i due coniugi di Erchie possano ristabilirsi quanto prima, preme sottolineare come quel tratto sia estremamente pericoloso e come, da decenni, s’invochi per esso una rotatoria.
Una rotatoria la cui realizzazione e il cui costo sono stati, solo di recente, postati a bilancio dalla Provincia. Di più: i lavori sono anche stati aggiudicati a un’impresa del settore. Soltanto che, a quanto si apprende, per motivi burocratici che trascendono l’umana comprensione, il cantiere non è stato ancora aperto e – stando alle ultime notizie – dovrebbe vedere la luce nei prossimi giorni, dopo il rinvio dello scorso luglio.
Si potrebbe obiettare: «Eh, ma se si è prudenti, non ci si scontra mica…».
Non è assolutamente vero o, almeno, non è vero per quell’intersezione a raso che non garantisce, peraltro, ai conducenti una visibilità ottimale. D’altra parte, le statistiche difficilmente mentono: se in quell’esatto punto, e non altrove, si verifica una percentuale maggiore di sinistri, è forse perché da quell’esatto punto transitano i conducenti più indisciplinati del pianeta? O forse perché quel punto, rispetto ad altri, è più a rischio?
Sempre a proposito di numeri, su quattro potenziali veicoli contemporaneamente in transito (il primo da Torre verso Mesagne, il secondo da Mesagne verso Torre, il terzo da Cellino verso Oria, il quarto da Oria verso Cellino) almeno uno, nella migliore delle ipotesi, procederà oltre i limiti di velocità (per averne riprova, sarebbe sufficiente posizionarsi in prossimità dell’incrocio in un orario qualsiasi). Quell’unico veicolo che “corre” basta e avanza per distruggere gli altri tre e per mettere a repentaglio l’incolumità dei loro occupanti, considerato anche il fatto che quella strada è anche piuttosto stretta.
Ciò premesso, oltre che sulle condotte dei guidatori, è doveroso soffermarsi sull’inerzia – e anche questo è un dato – che, per quanto concerne la messa in sicurezza della Torre-Mesagne, ha negli anni contraddistinto le varie Amministrazioni alternatesi alla guida della Provincia di Brindisi, anche quando i soldi c’erano. Se a monte di cotanta strafottenza istituzionale vi siano state ragioni politiche o soltanto finanziarie, è difficile da dire. Semplice è, invece, notare come lungo altre strade provinciali – spesso secondarie e meno trafficate rispetto alla Torre-Mesagne – nel frattempo siano spuntati come funghi rallentatori e rondò.
Un’altra osservazione: ultimamente, nella trappola di quel famigerato incrocio incappa sempre più spesso gente non del posto, quindi non a conoscenza della sua indisiosità. Ciò conferma, qualora ve ne fosse bisogno, che al netto della prudenza indotta dall’esperienza, “bucare” gli stop lungo la strada provinciale 51 bis non è poi così difficile.
Insomma, anche se di queste cose si parla da anni e anni – chi scrive indossava ancora i calzoncini corti – della rotatoria non vi è ancora traccia e, purtroppo, anche in questo preciso istante, sempre in quel tratto si potrebbero registrare un nuovo scontro e ancora feriti da aggiungere una lista ormai interminabile.
Allora, signori, sbrigatevi a cantierizzare e – un’ultima cosa – quando il lavoro sarà terminato, per favore, nessuna autocelebrazione. Semmai, un sobrio comunicato per dire che finalmente i lavori sono finiti e per porgere tante, tante, magari sincere, scuse.
E.Z.