I 177 lavoratori investiti dalla procedura di licenziamento avviata il 28 giugno scorso dalla Tecnomessapia sono solo gli ultimi in ordine di tempo, delle centinaia di lavoratori espulsi dalle aziende che lavorano nel settore aerospaziale pugliese. La Tecnomessapia, come le altre imprese aerospaziali presenti nel territorio, è fortemente legata alle commesse che transitano per la maggiore industria aerospaziale italiana, la Leonardo (ex Finmeccanica) dove il Ministero del Tesoro è azionista con il 30% delle quote.
La crisi della Tecnomessapia non è un fulmine a ciel sereno, il governo, le istituzioni locali, le associazioni sindacali padronali, come pure CGIL, CISL e UIL sanno che nel corso degli anni questa azienda è scesa da 400 addetti con diverse tipologie contrattuali agli attuali 177. Ora con questa ennesima procedura di licenziamento, siamo di fronte alla chiusura di fatto della Tecnomessapia, un fallimento economico che getta alle ortiche un patrimonio di competenze e mette sulla strada i dipendenti e le loro famiglie.
Salvaguardare occupazione, salario e competenze tecniche.
Come USB chiediamo innanzitutto di fermare la procedura di licenziamento, garantendo la continuità delle spettanze ai dipendenti della Tecnomessapia. Il confronto con le istituzioni, l’azienda e le imprese, prima fra tutte Leonardo, deve mirare a soluzioni che mettano in sicurezza la Tecnomessapia, salvaguardando l’occupazione, le professionalità e il salario.
La salvaguardia del salario e dell’occupazione deve essere garantita in maniera uguale a tutti dipendenti di Tecnomessapia, evitando strumenti e logiche parziali.
Prima di parlare di ammortizzatori sociali che per limiti economici e temporali non offrono alcun futuro per i lavoratori e le loro famiglie, vogliamo ragionare sulle soluzioni industriali.
Leonardo riequilibri i carichi di lavoro a salvaguardia del Paese.
Soluzioni industriali che devono contrastare la deindustrializzazione che sta impoverendo l’Italia, un processo che in particolare nel Mezzogiorno vede riattualizzarsi la questione meridionale con la tragica divaricazione sociale e produttiva. In questo senso contestiamo le scelte di Finmeccanica prima e di Leonardo poi, che hanno portato alla riduzione dei siti, alle delocalizzazioni e alla chiusura di importanti subappalti con ricadute di centinaia di posti di lavoro persi.
L’impegno del Governo verso Leonardo.
Chiediamo quindi che il Governo, forte del suo peso di azionista delle commesse statali spinga Leonardo, le cui Divisioni Aero strutture ed Elicotteri hanno registrato risultati positivi, ad un approccio industriale che riequilibri i carichi di lavoro a salvaguardia dell’occupazione anche per le ditte del suo indotto come Tecnomessapia.
Il segmento manutentivo Alitalia, per anni ha rappresentato l’eccellenza, anche nei confronti dei competitori. La privatizzazione della compagnia di bandiera a cui sono seguite la cessione dell’AMS (Alitalia Maintenance Systems) alla statunitense IAG, dell’Atitech al privato Gianni Lettieri hanno portato prima alla riduzione all’osso del settore manutenzione e poi alla sua crisi. Oggi AMS è fallita con dispersione del fior fiore dei tecnici, i suoi macchinari sono volati a Miami, mentre l’ATITECH anche a causa del commissariamento dell’Alitalia si trova in cattive acque.
Siamo in una fase in cui la corsa al profitto e l’esplosione delle compagnie low cost rimettono al centro la sicurezza dei viaggiatori e del personale.
Sul settore a conferma della sua importanza si sono gettati Lufthansa, Air France oltre che compagnie israeliane e turche. Come USB pensiamo si possa lavorare ad un progetto che preveda la ricomposizione del settore della manutenzione aeronautica, riportandolo all’interno della compagnia di bandiera che per storia e struttura ha le competenze per gestire il sistema “Full Maintenance”, dai vettori passando per gli Hub aeroportuali.
In questa logica, i diversi siti meridionali a partire da Grottaglie potrebbero dare competenze e strutture al settore della manutenzione aerea. La crescita del sistema aeroportuale pugliese, con l’incremento dei voli regionali e di media tratta.
Un progetto su cui chiediamo di aprire un confronto con il Governo e su cui potrebbero essere coinvolte sia Leonardo che la CDP.
Le istituzioni locali e il Distretto Aerospaziale pugliese.
Sono diverse le aziende, legate al settore aerospaziale e militare, che nel corso di decenni hanno sviluppato un tessuto industriale dedicato, parte di queste oggi si trovano nel Distretto Aerospaziale pugliese. Una struttura nata con legge regionale, che oltre ad imprese vede la presenza di istituzioni locali, enti di ricerca università, associazioni industriali e addirittura le Confederazioni Sindacali di CGIL, CISL e UIL.
Il Distretto aerospaziale, a fronte della crisi che ha colpito le aziende del settore aerospaziale pugliese, non ha sollecitato nessuna politica di sistema che salvaguardi e valorizzi le competenze che generazioni di lavoratori, tecnici e ricercatori. Al contrario pensiamo che occorra ragionare con le istituzioni locali e nazionali su investimenti per la ricerca che portino allo sviluppo delle infrastrutture, come il sistema aeroportuale pugliese. Ci sono dei lavoratori che hanno delle competenze che non devono essere perse.
Per queste ragioni il 20 luglio in concomitanza dell’apposito incontro al Mise la USB sarà in presidio con i lavoratori di Tecnomessapia sotto il Ministero.
Gli autobus partiranno da Villa castelli e da Ceglie Messapica alle ore 00.30 del 20 luglio.
COORDINATORE PROV USB FRANCESCO RIZZO
COORDINAMENTO NAZIONALE USB MARCO BENEVENTO – FRANCESCO STACCIOLI