La giornata tipo di un bracciante: dal letto al bus ai campi sempre coi sogni mezzi aperti

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Questo racconto semiserio della giornata tipo di un bracciante francavillese (ma potrebbe) è stato pubblicato sulla pagina facebook Canale Reale:

Ore 3:00

Stai sognando di cantare a “The Voice”, quando di colpo si girano i quattro giudici e ti corrono incontro per portarti in trionfo…

Drin Drin Driiiiiiiin

Rimani con l’ espressione di gioia della Carrà che ti corre incontro, e apri gli occhi… o almeno ci provi, inizia un’altra giornata da bracciante.

Riesci a malapena a buttarti un po’ di acqua in faccia, prepari il termos col caffè, ti vesti e vai alla fermata canticchiando: “Quelli come me si svegliano a metà, rimangono coi sogni mezzi aperti…”

Sei davanti la pretura da 3 minuti, comunicare con gli altri non é possibile dato l’ alito da sansificio di prima mattina, quando vedi arrivare lui…

Il pullman per i braccianti è qualcosa di mitologico; tu lo vedi come un grande letto su quattro ruote, in realtà è un cassone del dopoguerra tra i più scadenti che la storia ricordi.

Entri e si sente il fetore del giorno prima impregnato nei sedili.

Cercando di non scivolare su qualche acino d’uva spiaccicato nel corridoio del pullman, prendi posto di fianco a un’altra bracciante con odor pesante di aglio, su un sedile mangiucchiato e con le ginocchia a pressione su quello davanti.

Si spengono le luci ed ecco sbucare​ cuscini, lenzuola, pupazzetti, borsa d’acqua calda e persino materassi. 
Chiudi gli occhi.

Sei lì lì per tornare dalla Carrà e da Piero Pelù, quando un concerto parte dalla prima fila e si propaga fino all’ultima. 
L’ autista con una mano guida e nell’altra ha una bacchetta per dirigere il coro del russare.

Un’ora circa di Beethoven, mentre la tua testa fa su e giù in preda a colpi improvvisi di sonno.

Meno male, siamo arrivati…

Durante le tue sette ore di lavoro hai fatto il caffè tour bevendone da ben 16 termos differenti e hai lavorato talmente schizzato, tirato pugni e calci al tendone e rischiato più e più volte volte di fare a botte col fattore e soprattutto col padrone del terreno.

Quando finalmente vedi di nuovo lui, il pullman, stavolta sembra un resort a cinque stelle!

Entri e, oltre alle problematiche precedenti, ci aggiungi aggiungere il sudore, tanto sudore di 50 persone.

Poco importa, a te sembra il paradiso. Nonostante le difficoltà e nonostante i 16 caffè, dormi come Galeazzi alla sagra della verdura grigliata.

Riapri gli occhi davanti alla pretura.

È stata dura, ma anche questa è fatta, ti rendi conto che se non sei un eroe, anche se poco ci manca.

Poi ci pensi e concludi che forse sei un supereroe, metà uomo e metà… ponto!

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