Si riceve e pubblica:
Una prima considerazione: non si è ancora spenta l’eco della figuraccia rimediata da Maurizio Bruno e dalla sua maggioranza sulla vicenda Tari, che lor signori rimediano un altro sonoro ceffone politico: Antonio Magrì decide di investire sullo stadio Fanuzzi di Brindisi a seguito dei gravissimi ritardi registrati dal progetto di adeguamento del Giovanni Paolo II, con l’ovvia conseguenza che la Virtus sarà costretta a giocare nel capoluogo messapico il prossimo campionato.
Seconda. Brindisi rischia di rimanere orfana del basket a causa degli attuali non proprio “luminosi” rapporti con il suo maggiore sponsor, L’Enel, proprio mentre dal capoluogo giungono voci accreditate di un sempre maggiore interesse per quel gioco del calcio che negli anni ’70 portò il capoluogo messapico a sfiorare la serie A. Se tali voci dovessero essere confermate, chi può escludere che il patron della Virtus, stanco della inconcludenza di chi attualmente governa palazzo Imperiali, non decida di investire definitivamente su Brindisi?
Da queste due banalissime considerazioni un dato emerge con solare evidenza: chiamata a dare risposte serie, su questioni autenticamente serie, l’Amministrazione Bruno fa emergere con solare evidenza i propri limiti sia sotto l’aspetto politico che programmatico.
Per carità, nessuno può impedire a Bruno di scagliarsi contro chi cerca di sfruttare a fini politici i suoi scivoloni, così come nessuno può impedirgli di scambiare l’espressione “convivenza col passato ” con quella, ben più inquietante, di “connivenza col passato.” Ma un dato è certo: a tre anni dalla sua elezione la sua stagione politica può essere definita in un sol modo: fallimentare. Tari? Si! Ma non solamente Tari.
Basta soffermarsi un attimo sul settore dell’impiantistica sportiva per rendersi conto che i ritardi nell’adeguamento dello stadio comunale non costituiscono l’eccezione ma la regola, nonostante la congiuntura favorevole che ha consentito a questo sindaco, a questa giunta e a questa maggioranza di poter contare su risorse finanziarie sconosciute alle Amministrazioni precedenti. Un esempio? Circa un anno fa, ancor più precisamente in data 28 ottobre 2016 un sorridente Maurizio Bruno, insieme ad un euforico Luca Lotti, Ministro dello Sport, “inaugurava” quel Palazzetto dello Sport che l’Amministrazione Bruno si era ritrovato ad inizio legislatura pressoché ultimato. Ebbene, dopo tre anni la struttura non è pronta e sicuramente, caso più unico che raro in Italia, bisognerà programmare una nuova inaugurazione.
Altro tema. Tre anni di Amministrazione Bruno non sono stati sufficienti ad affrontare seriamente la questione tensostatico e, insieme con esso, le criticità di un’area ormi del tutto degradata e bisognosa di una radicale bonifica. Cosicché neppure la scadenza del bando il prossimo 30 giugno induce all’ottimismo.
Orbene, Bruno può anche continuare con la stucchevole litania della critica al passato, ma sappia, ove non se ne sia ancora reso conto, che quel passato è proprio lui che lo sta rivalutando!
Avv. Euprepio Curto, “Progetto per l’Italia”