In proporzione, tutti pagheranno uno sproposito, anche al netto del rimborso per le somme indebitamente versate lo scorso anno. Non si placa, a Francavilla Fontana, la protesta contro l’aumento della Tari. Dopo la riuscita e molto partecipata manifestazione di giovedì scorso presso Castello Imperiali, sono all’orizzonte nuove iniziative. Commercianti e semplici cittadini tartassati, infatti, si sono costituiti in un comitato spontaneo, denominato “ComplemenTARI – BasTA RIcatti“, che nei prossimi giorni, in particolare il 15 giugno, sarà promotore di una sfilata per le vie del centro con “comizio” in piazza Dante e richiesta d’incontro in municipio con il sindaco Maurizio Bruno, incontro durante il quale i manifestanti esporranno le proprie perplessità e invocheranno dei correttivi, perlomeno a partire dal futuro.
Del direttivo fanno parte Angelo Genovese, Giuseppe Bellanova (presidente), Oronzo Incalza, Fabio Montefiore e Mario Donatiello, solo alcuni tra gli animatori del sit-in di qualche giorno fa nell’atrio del Comune. La questione è serissima, tanto che ci sono commercianti e imprenditori che meditano addirittura di chiudere baracca e burattini. Solo per fare qualche esempio: uno di loro, titolare di un’impresa nella Zona Pip, sarà costretto, entro il prossimo 16 giugno a pagare una prima rata pari a 13.250 euro. Sì, proprio così, perché il totale annuo ammonta a 53mila euro; la titolare di un locale pubblico di nuova apertura (da appena sei mesi) dovrà corrispondere in totale 9.411 euro; 27mila euro annui per il titolare di un supermercato…
Si tratta di cifre enormi – per definizione non ammortizzabili (né detraibili né deducibili) – che non solo penalizzano i diretti interessati, ma anche l’intero indotto. Sempre per essere più chiari, procediamo con un caso concreto che riguarda da più da vicino Lo Strillone (tra parentesi: +76 per cento dal 2015 a oggi per un locale uso ufficio di 21 metri quadri): l’altro giorno, all’improvviso, chiama uno sponsor e comunica che per un po’ di tempo sarà necessario sospendere l’inserzione. Il motivo? Il salasso Tari, sommato alle altre scadenze del periodo. Ovviamente, questo è soltanto uno dei tanti disagi indiretti – se si vuole, marginale – ma rende l’idea di quale sia l’incidenza di costo dei rincari sulle piccole e medie imprese del territorio. Cosa più importante, a rischio ci sono anche dei posti di lavoro, per la serie: «O pago le tasse – e si sa che l’inizio dell’estate è pesantissimo sotto questo aspetto – o pago gli stipendi». Un circolo vizioso, insomma, che rischia di mortificare ulteriormente un’economia che, dopo anni di crisi profonda, da poco tempo a questa parte sta cercando faticosamente di sollevare la testa e di rimettersi in moto.
Eliseo Zanzarelli