Oggi, l’Amministrazione Bruno ha soffiato sulle sue prime tre candeline: 8 giugno 2014 – 8 giugno 2017. Un compleanno nel quale c’è stato però davvero poco da festeggiare, con la questione Tari – dopo quella della zona Pip – a far da ciliegina indigesta sulla torta. Se tre anni fa il Castello Imperiali si tingeva di rosso-gioia – con le bandiere del Partito democratico, di Rifondazione e dell’allora Sinistra ecologia libertà (sostituite, dopo un anno e mezzo, da quelle del Nuovo centrodestra) a sbandierare a suon di “Bella ciao” – oggi pomeriggio si è tinto di rosso-rabbia: quella di commercianti e cittadini esasperati dai continui rincari delle tasse, in questo caso specifico di quella sui rifiuti. Un più 34 percento da record: nessuno così entro i confini della provincia, ma probabilmente anche oltre.
Il 17 percento dell’aumento 2016 sarà restituito o compensato così come disposto dai giudici amministrativi dopo il pasticcio (causa ritardo nell’approvazione delle tariffe) dello scorso anno. Circa 2700 cittadini fortunati hanno già beneficiato dello scorporo, mentre tutti gli altri dovranno pazientare e, intanto, pagare. L’ha detto chiaramente, nel corso del partecipatissimo sit-in a Castello Imperiali trasmesso integralmente in diretta facebook dallo Strillone (video in fondo al post), il dirigente dei Servizi finanziari comunali Gabriele Falco, il quale ha specificato come – per legge – il Comune possa e debba chiedere immediatamente quanto gli spetta, mentre d’altro canto i cittadini possono purtroppo non godere dello stesso trattamento. Resterà, in ogni caso, l’impennata, anch’essa sensibile, del 2017.
Il sindaco Maurizio Bruno e l’assessore al Bilancio Alessandra Latartara hanno provato a spiegare a una folla inferocita le ragioni dei rincari, che sono sempre le stesse: emergenza rifiuti e trasporto straordinario fuori dai confini regionali, alta percentuale di evasori e incivili che gettano la spazzatura tra le campagne, ecotassa (percentuale di differenziata ancora sotto la soglia del 65 percento). Bruno ha promesso anche che il prossimo anno non ci saranno aumenti.
Le centinaia di fronte a lui hanno risposto in coro qualcosa del tipo: «E ‘nci vulìa puru» (ci mancherebbe anche). L’incontro – tramutatosi in una piccola, sostanzialmente pacifica e civile sommossa popolare – non ha sortito grandissimi effetti. La decisione è stata presa, gli avvisi sono stati recapitati e tocca quindi pagare e aspettare rimborso o compensazione. Nessuna rivoluzione, insomma. Certamente, però, un’indicazione di massima, per giunta proprio in concomitanza con il compleanno dell’Amministrazione che, poco più di mille giorni fa, si era proposta (ed era stata votata) come quella del cambiamento, della svolta francavillese: se non è proprio finita, la pazienza dei cittadini – già quotidianamente alle prese con piccoli e grandi problemi che trascendono Francavilla – è agli sgoccioli. Lo scontento, per questa e per altre questioni, è diffuso e si tocca con mano.
Dall’iniziativa di quest’oggi – alla fine, affrontata con disponibilità e, tutto sommato, con dignità dal primo cittadino e da tutti i suoi uomini e donne – Bruno & Co. potranno trarre delle indicazioni importanti per imprimere un’accelerata, invertire la rotta, riconquistare l’antica popolarità e il credito loro accordato nel 2014. Se così non sarà, il quarto anniversario – con le amministrative 2019 ormai alle porte – potrebbe rivelarsi persino meno festoso rispetto a quello odierno.
Eliseo Zanzarelli