C’è davvero un po’ di tutto, di negativamente tutto, tra via Settembrini e via Carlo Pisacane, a Francavilla Fontana, proprio a ridosso della ferrovia. I residenti sono disperati e in più occasioni hanno chiesto al Comune d’interessarsi ai loro problemi, che sono tanti e assortiti, ma finora mai nulla si è mosso. Oltre al disagio per il transito dei treni, che è il disagio minore, qui ogni volta che piove ci si allaga (la zona rientra tra quelle a rischio idrogeologico massimo classificato come R4). Da un po’, da troppo tempo a questa parte, però, ci sono altre questioni che tolgono la tranquillità e il sonno a chi in questo posto di confine ci vive quotidianamente. Nello spiazzo antistante la scuola dell’infanzia (!) si è creata una malsana discarica a cielo aperto, una sorta di oasi della schifezza nella quale, a sera, sguazzano, ratti grossi come cani. L’intercapedine tra la barriera ferroviaria è piena zeppa di rifiuti di ogni genere: dalla classiche cartacce a bottiglie, lattine, sacchetti di spazzatura abbandonati, scarpe, cuscini, maglie, pantaloni e chi più ne ha, più ne metta.
La situazione – raccontano e denunciano i cittadini – è precipitata da quando in quell’area sono stati posizionati i cassonetti, l’isola ecologica tecnologica (che non funziona) e, soprattutto, il contenitore per gli indumenti usati. Quest’ultimo è stato forzato e ormai chiunque può aprirlo, prelevare qualcosa dall’interno o depositarvi dell’altro (non solo indumenti). Ed è proprio in prossimità di quel contenitore che, specie nelle ore notturne e di buon mattino, si creano dei bivacchi di gente (perlopiù stranieri e senzatetto) che tira fuori la roba, prende con sé quella che più le aggrada e abbandona la restante per strada o, appunto, nell’inframezzo al di qua dei binari.
I cumuli di sporcizia finiscono poi per generare cattivo odore e attirare animali e insetti, con gli abitanti del quartiere che sono letteralmente costretti a sigillarsi in casa tenendo, persino quando fa caldo come in questi giorni (figurarsi in piena estate), porte e finestre ben chiuse. Uno scenario, insomma, tutt’altro che decoroso e degno di una cittadina civilizzata. Sarebbe appena il caso d’intervenire in tempi rapidi per disinnescare questa autentica bomba ecologica.