Il gip non ha giustificato la sua condotta, ma ha compreso parte delle sue ragioni, disponendone il ritorno in libertà a una precisa condizione: che d’ora in poi si tenga lontana almeno 500 metri dall’ex marito e dall’ex suocera, evitando peraltro di frequentare i luoghi da essi abitualmente frequentati. Ha deciso così il gip Giuseppe Licci nel corso dell’interrogatorio di garanzia a carico della 57enne A.D.M. di Fasano, la quale l’altro ieri era stata raggiunta da un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, emessa dallo stesso gip Licci ed eseguita dai carabinieri della stazione di Fasano, per atti persecutori e furto aggravato ai danni dell’ex marito e della ex suocera. In sede d’interrogatorio di garanzia, l’avvocato della donna, Giuseppe Pomarico del foro di Brindisi, è riuscito a dimostrare come la condotta della sua assistita fosse dettata da motivi di cui era necessario tenere conto. In particolare, è emerso che le condotte della donna scaturivano dal mancato pagamento, da parte dell’ex congiunto, di parte degli assegni che mensilmente le doveva a titolo di “alimenti”. Nel prendere atto di questo particolare di non poco conto, il giudice si è in parte ravveduto e, nel lasciare l’azione penale nella titolarità del pm procedente, ha statuito per ora che la donna torni in libertà a patto che se ne stia lontana per almeno 500 metri dall’ex marito, dalla sua attività commerciale e dall’ex suocera, oltre che dai luoghi che essi sono soliti frequentare. Il resto della querelle sarà dunque discusso in altra e più opportuna sede.