L’autopsia sul corpo del 51enne Salvatore Ussai, effettuata ieri (giovedì 25 maggio) dal medico legale Antonio Carusi nella camera mortuaria del cimitero di Brindisi, non ha fornito – per il momento – chiare indicazioni sulle cause del decesso, ma all’origine potrebbe esserci stato un malore. Di più se ne potrà sapere quando, tra un paio di settimane, giungeranno i risultati degli esami sui campioni istologici prelevati dalla salma (sulla quale non sono stati riscontrati particolari traumi o lesioni).
L’uomo, originario della provincia di Taranto, intorno alle 14 di venerdì 19 maggio, era caduto in un pozzo-cisterna della Residenza sociosanitaria assistenziale “Santa Lucia” in via Roma, a Erchie, e aveva perso la vita. La dinamica resta ancora incerta, ma secondo le prime ricostruzioni pare che Ussai – da pochi giorni ospite della Rssa – si trovasse proprio in prossimità dell’imboccatura del pozzo-cisterna forse per prestare aiuto a qualcuno quando all’improvviso si sarebbe accasciato per poi cadere su di una lastra in plexiglas posta a copertura del manufatto (tuttora sotto sequestro). La lastra a quel punto ha ceduto e il 51enne è precipitato sul fondo – tre metri circa di profondità – dove c’era mezzo metro d’acqua. Inutile ogni tentativo di soccorrerlo sia da parte del personale della struttura, sia da parte dei vigili del fuoco e dei sanitari del 118.
Intanto, il pubblico ministero Antonio Costantini, della Procura di Brindisi, ha iscritto nel registro degli indagati tre persone: l’amministratore della casa di cura, di Torre Santa Susanna, e di due dipendenti, uno di Torre Santa Susanna e l’altro di Erchie. L’ipotesi di reato formulata a loro carico è di omicidio colposo. Sul caso continuano a indagare i carabinieri della stazione di Erchie coadiuvati dai colleghi della compagnia di Francavilla Fontana e del Nucleo ispettorato del lavoro di Brindisi e coordinati dal magistrato inquirente.