Sono stati convalidati, tra ieri e oggi, dai Gip del Tribunale di Brindisi e per i Minori di Lecce gli arresti di padre e figlia che lo scorso 17 maggio erano stati arrestati in flagranza di reato dai carabinieri della stazione di Francavilla Fontana, coadiuvati dai colleghi del Nucelo cinofili di Modugno, perché trovati in possesso di 36 grammi di cocaina in pietra nel corso di una perquisizione a casa loro, nel quartiere San Lorenzo nella Città degli Imperiali. Sia il 43enne R.D. che la 17enne – assistiti dagli avvocati Luigi Galiano e Massimo Romata – restano dunque reclusi, il primo nel carcere di Brindisi, la seconda nel centro di prima accoglienza di Bari.
Il blitz è scattato nel primo pomeriggio di mercoledì scorso, quando i militari dell’Arma hanno perquisito prima il garage/officina dell’uomo e poi il suo appartamento in una palazzina Iacp. Nel box sono state trovate sette bombe carta, illecitamente detenute. Nel frattempo, però, la ragazza è uscita dal portone principale dello stabile e ha portato con sé un marsupio contenente, appunto, la sostanza stupefacente che – si è scoperto – in precedenza era custodito in un comodino nella camera da letto dei genitori.
Nel marsupio anche un foglietto con su annotati degli importi e delle iniziali (ritenute quelle dei clienti cui sarebbe stato destinato lo stupefacente. L’uomo si è sin da subito accollato ogni responsabilità e ha dichiarato, tanto agli investigatori quanto poi ai magistrati, che la droga era sua e che, pur non essendo un assuntore, l’aveva comperata da due persone, di cui non conosceva il nome, semplicemente per provarla.
Ha anche riferito di aver detto lui alla figlia che, in caso di presenza delle forze dell’ordine, si sarebbe dovuta allontanare col marsupio (di cui, a suo dire, ella non conosceva il contenuto) salvo poi correggere il tiro e precisare che, alla vista delle forze dell’ordine, la figlia avrebbe dovuto portargli il marsupio.
Ma, stando al verbale di perquisizione e sequestro dei carabinieri, quando è stata fermata, la ragazza era diretta da tutt’altra parte rispetto al box/officina del padre. E, dunque, più che di favoreggiamento s’ipotizza a suo carico il concorso nell’illecito. Dunque, considerati gravità del reato, qualità e quantità della sostanza e pericolo di reiterazione, i giudici hanno deciso di convalidare l’arresto e anche la custodia cautelare in luogo di detenzione a carico di entrambi.
I legali Galiano e Romata potrebbero nei prossimi giorni decidere di presentare istanza di scarcerazione al Tribunale del Riesame.