Il caso può dirsi ufficialmente riaperto: un sacerdote – fino a poco tempo fa in servizio nella Diocesi di Oria, in particolare a Latiano ma prim’ancora anche in altri centri – potrebbe aver circuito una sua parrocchiana disabile, deceduta il 30 aprile 2014, fino a indurla a farsi donare un appartamento, un garage, una casa in campagna con terreno e 50 alberi d’ulivo, oltre a una liquidità di circa 400mila euro. Dopo la denuncia del prete da parte dei familiari della donna in data 26 febbraio 2015, il pubblico ministero aveva chiesto e ottenuto l’archiviazione, ma gli avvocati Antonella Rizzo e Antonio Sartorio hanno proposto opposizione e sono riusciti a convincere il Gip del Tribunale di Brindisi Maurizio Saso a rimettere gli atti al Pm e a chiedere che questi formuli entro dieci giorni l’imputazione a carico del religioso – nel frattempo trasferito a Bari – che potrebbe essere chiamato a rispondere del reato continuato di circonvenzione di persone incapaci.
L’anziana, affetta dal morbo di Alzheimer, negli anni precedenti il decesso, aveva in qualche modo girato al prete l’intero suo patrimonio. Nella denuncia sporta presso la stazione carabinieri di Latiano e poi trasmessa alla Procura di Brindisi, si parla di un importo prossimo al milione di euro tra bonifici bancari e unità immobiliari. La notizia di reato era stata archiviata su richiesta del Pm Valeria Farina Valaori, ma i familiari della pensionata si sono rivolti agli avvocati Sartorio e Rizzo, i quali – carte alla mano – hanno convinto in seconda istanza il giudice per le indagini preliminari della fondatezza dei loro sospetti nei confronti del prelato. Il magistrato, nell’ordinanza di accoglimento, ricostruisce alcuni tra i punti salienti della storia, soffermandosi in particolare sulla patologia della parrocchiana (che subiva svenimenti, amnesie e problemi mentali conseguenti all’Alzheimer i quali “potevano influenzare la percezione del senso delle sue azioni”).
Lo stesso consulente tecnico d’ufficio nominato dalla Procura, durante la fase delle indagini, aveva scritto nero su bianco che la donna era un “soggetto certamente circonvenibile” a partire dal mese di gennaio del 2011. Nel dicembre di quello stesso anno il suo libretto di risparmio è risultato essere stato cointestato al sacerdote. Nell’ottobre 2013, quel libretto o, meglio, il relativo conto è stato chiuso con contestuale giroconto in favore dell’indagato della somma di 88mila euro. Il 31 dicembre ecco aperto un conto corrente bancario sul quale vengono accreditati 88mila euro e poi addebitati 80mila euro a titolo di premio “polizza base assicurativa”. Ma non è tutto: su quest’ultimo conto, tra gennaio e luglio 2014, transitano più di 100mila euro a beneficio del parroco e della chiesa, fin quando il rapporto con l’istituto di credito è definitivamente cessato, non prima di un ennesimo giroconto di 3mila euro. Sul conto postale dell’indagato sono poi risultate altre operazioni quali investimenti in titoli e fondi oltre che versamenti in contanti. Su tutti, un bonifico – risalente al luglio 2014 – con causale “legato testamentario” pari a 150mila euro. Dalle visure catastali sono inoltre spuntate comproprietà immobiliari – di fabbricati e terreni agricoli – tra il “don” e l’anziana in diversi comuni della provincia di Brindisi.
Sulla base di queste evidenze, il 2 maggio scorso, il Gip Saso ha deciso che la vicenda merita un approfondimento processuale. Una novità accolta con favore dai denuncianti, i quali nelle scorse ore hanno tappezzato le vie di Latiano con manifesti che riportano la loro versione dei fatti e i ringraziamenti agli avvocati Sartorio e Rizzo che, con le loro tenacia e preparazione giuridica, sono riusciti a tirare fuori dal dimenticatoio dei cosiddetti casi chiusi questa interessante e – se risulterà vera – inquietante vicenda.
Eliseo Zanzarelli