Dibattito sui bimbi-pappamuscio: Attanasi per il no, di Noi per il sì

pappamusci francavilla 2

Il dibattito aperto questa mattina dallo Strillone, che ha rilanciato una proposta/provocazione di Sergio Tararano circa la partecipazione dei bambini in qualità di pappamusci ai Riti della Settimana Santa ha suscitato e sta suscitando tuttora diverse reazioni, tra favorevoli e contrari. Non è rimasta indifferente neppure la politica, i cui rappresentanti si sono pronunciati in uno o nell’altro senso. Qui di seguito riportiamo le opinioni del consigliere Domenico Attanasi, capogruppo di progetto per l’Italia, e di Angelo di Noi, indipendente ma componente di Noi Centro.

Così Attanasi:

L'avvocato Domenico Attanasi
L’avvocato Domenico Attanasi

«L’antico rito dei pappamusci si basa sullo schema tipico della dottrina cattolica peccato-espiazione-penitenza. I bambini, di qualunque età, non hanno colpe da espiare e, soprattutto, non devono scontare alcuna penitenza. Tutto questo non ha nulla a che vedere con il credo religioso, ma attiene alla cultura e al buon senso di ognuno di noi. Spero che dal prossimo anno le autorità religiose locali proibiscano di esporre i più piccoli a quella che reputo una inutile sofferenza».

Si esprime, invece, in termini opposti di Noi:

Angelo di Noi
Angelo di Noi

«Leggo dello scandalo che sta suscitando l’immagine di un piccolo “pappamuscio” che ha seguito insieme al padre la processione dei misteri.
Mi fa specie ascoltare di questo lo scandalo, perché un bambino ha voluto seguire il padre in un simile gesto (ovviamente se fosse stato costretto, le cose cambierebbero). È particolare il gesto, ma in esso c’è tutta la forza dell’amore di un figlio verso il padre, e viceversa. In quella scena ho visto tutta la forza che li lega, e che li aiuta a saper affrontare le prime ed importanti “difficoltà” insieme. Non vedo nessun gesto insano di un padre, anzi, vedo un gesto che aiuta a non far diventare i bambini dei bamboccioni, di cui purtroppo se ne vedono ormai troppi… Sono immagini che fanno crescere “sani”, molto diverse dalle immagini di genitori che abbandonano i loro figli o ancora peggio di quelle che vedono i genitori maltrattare i propri figli e che andrebbero veramente e seriamente condannate».

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