#Tiamodamorire, nella chiesa dei Sette Dolori si è discusso di amore “malato”

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5f3dd1c2-cbbf-4b70-9cbf-1bccffa1a095Lunedì 13 marzo 2017, presso il nuovo salone parrocchiale della Chiesa dei Sette Dolori in Francavilla Fontana, si è tenuto un incontro – convegno sull’attuale problema dei maltrattamenti in famiglia, stalking e femminicidio, che ormai ha raggiunto lo stato di allarme sociale, voluto fortemente dal gruppo pastorale della Famiglia della Parrocchia ospitante, nonché dal parroco Don Giuseppe Leucci.

Invitati a interloquire con i numerosi ospiti e le famiglie della parrocchia sono stati lo stesso Don Giuseppe, la dott.ssa Valeria Farina Valaori – Sostituto Procuratore della Repubblica di Brindisi, la dott.ssa Giusy Fracchiolla, tirocinante presso la Procura come moderatrice, e la dott.ssa Giovanna Ciracì che ha condotto la serata.

Si è registrata la partecipazione di tutti i rappresentanti delle forze di polizia del territorio e dell’Amministrazione Comunale.

I lavori della serata hanno raggiunto lo scopo di informare e formare direttamente, non gli addetti ai lavori, ma le famiglie, che sono il luogo della nascita e dell’evoluzione dei maltrattamenti e delle violenze sulle donne.

Don Giuseppe ha dato una panoramica sulle patologie della coppia definendo cos’è “l’amore malato”, terreno di coltura delle degenerazioni e delle violenze, frutto il suo intervento dell’esperienza personale di parroco in mezzo alla gente.

3Altrettanto interessante il contributo professionale offerto dalla dott.ssa Valeria Farina Valaori che in modo chiaro e diretto ha spiegato quali sono le numerose tutele in favore delle vittime, dopo aver inquadrato tecnicamente come il nostro ordinamento definisce le varie fattispecie di reato di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori.

In conclusione, dall’incontro è emerso che, nonostante l’impegno del legislatore nel fornire le tutele necessarie alle vittime affinchè denuncino, l’impegno dell’Autorità Giudiziaria nel reprime gli episodi di violenza, non potrà essere mai raggiunto il numero zero di vittime se non vi è una svolta culturale e formativa “sull’essere donna” e sulla concezione che se ne ha all’interno della coppia.

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