Biblioteca, Caniglia si difende e contrattacca: «Regolamento rispettato, l’errore è stato solo vostro»

Il presidente del Consiglio comunale di Oria Glauco Caniglia
Il presidente del Consiglio comunale di Oria Glauco Caniglia

Si riceve e pubblica:

Con riferimento all’interpellanza presentata dai Consiglieri Tommaso Carone, Maria Lucia Carone, Angelo Mazza e Antonio Proto in merito al trasferimento della collezione Archeologica “Milizia” e della Biblioteca Comunale presso i locali di Montalbano, mi spiace rilevare come gli stessi lamentino sugli organi di stampa una mia supposta violazione del Regolamento per il Funzionamento del Consiglio Comunale e, in particolare, della norma che, a loro dire, imporrebbe di fornire risposta alle interpellanze entro trenta giorni.

Ritengono, infatti, i suddetti Consiglieri che, pur non avendo richiesto risposta scritta, il Sindaco avrebbe dovuto comunque rispondere per iscritto entro i trenta giorni, oppure, in alternativa, che io, in qualità di Presidente del Consiglio Comunale, pur non avendo altri argomenti da sottoporre all’approvazione del Consiglio Comunale, avrei dovuto ugualmente convocarlo entro lo stesso termine, al solo fine di consentire la trattazione in aula dell’interpellanza. In pratica, secondo tale interpretazione, il Presidente del Consiglio Comunale si sarebbe dovuto fare carico – in totale autonomia e senza alcuna richiesta in tal senso da parte dei Consiglieri – di convocare un Consiglio monotematico con all’ordine del giorno solo la trattazione dell’unica interpellanza presentata (sic!).

Pensavo di aver già risposto esaurientemente sul punto nel corso del Consiglio Comunale, tuttavia, constatata l’insistenza con la quale i Consiglieri firmatari dell’interpellanza continuano a sostenere la tesi della violazione regolamentare, lamentando addirittura una mancata considerazione dei diritti della minoranza, sono costretto, mio malgrado, a fare chiarezza.

Riguardo al preteso obbligo del Sindaco di rispondere per iscritto entro trenta giorni, la questione è presto detta: non avendo i Consiglieri richiesto la risposta scritta, non soltanto il Sindaco non aveva alcun obbligo di rispondere per iscritto, ma addirittura tale possibilità gli era preclusa, in quanto dalla mancata richiesta di risposta scritta si doveva dedurre la volontà dei Consiglieri interpellanti di ottenere la risposta in aula, alla presenza degli altri componenti dell’assise consiliare e del pubblico.

Riguardo alla pretesa convocazione di un Consiglio Comunale monotematico per la trattazione dell’interpellanza in parola, debbo svolgere di seguito alcune considerazioni.

Il nostro Regolamento per il Funzionamento del Consiglio Comunale, approvato nel lontano 1997, disciplina distintamente l’istituto dell’interrogazione da quello dell’interpellanza. Due strumenti di “sindacato ispettivo” (cioè di controllo sull’attività dell’Amministrazione Comunale) molto simili tra loro, tanto che non è sempre agevole distinguerli, in quanto basati su una struttura pressoché identica, che così possiamo schematizzare: domanda del Consigliere al Sindaco, risposta di quest’ultimo e, infine, dichiarazione del Consigliere di essere soddisfatto o meno della risposta ottenuta.

Per le interrogazioni, l’art. 21 del Regolamento comunale prevede che, se richiesta la risposta scritta, il Sindaco debba rispondere entro trenta giorni e, ove invece non venga chiesta la risposta scritta, debba rispondere nella prima seduta utile del Consiglio. Per le interpellanze, la formulazione della disposizione regolamentare appare leggermente diversa, in quanto nell’art. 23 del Regolamento scompare il riferimento alla risposta scritta e si afferma semplicemente che il Sindaco debba rispondere “nella prima seduta utile da tenersi entro trenta giorni”.

A parte la ovvia considerazione che il suddetto termine di trenta giorni non è perentorio, in quanto l’ordinamento non prevede sanzioni in caso di sua inosservanza, al fine di comprendere la reale portata della normativa regolamentare occorre fare riferimento, in base al principio di effettività, alla sua prassi applicativa che, parallelamente a quanto pacificamente ritenuto per le convenzioni costituzionali nell’ambito degli organi statali, è indicativa della volontà del “legislatore” e, molto spesso, costituisce essa stessa norma disciplinante il funzionamento degli organi politici, quale è appunto il Consiglio Comunale.

Ebbene, sin dall’approvazione (nel lontano 1997) del vigente Regolamento per il Funzionamento del Consiglio Comunale, tutte le interrogazioni ed interpellanze per le quali non fosse stata chiesta risposta scritta, sono sempre state trattate nella prima seduta utile di Consiglio e giammai in tutti questi anni è stata convocata una sola seduta monotematica con all’ordine del giorno una interpellanza. Ciò non soltanto a dimostrazione dell’esistenza di una prassi consolidatasi nel tempo ma anche ad evidenziare come la volontà del “legislatore” si sia chiaramente manifestata sin dalle prime applicazioni del Regolamento. E non poteva essere diversamente in base ai canoni di ragionevolezza ed economicità, in quanto convocare un Consiglio Comunale ha dei costi (spese per i manifesti, spese per il compenso alla ditta incaricata della stenotipia e della registrazione, spese per il compenso del personale comunale, ecc.) che sarebbero poco giustificabili – o quantomeno irragionevoli – a fronte della trattazione di una semplice interpellanza, di uno strumento cioè di mero sindacato ispettivo che non consente di aprire la discussione all’intera assemblea consiliare e che non prevede la possibilità per il Consiglio Comunale di assumere decisioni e di deliberare alcunché.

D’altra parte, i Consiglieri interpellanti si sono guardati bene dal sollecitare la risposta e/o dal chiedere la convocazione di un Consiglio Comunale apposito; si sono totalmente disinteressati alla loro stessa interpellanza, rimanendo completamente inerti dinanzi allo scorrere del tempo – in tal mondo mostrando tacita acquiescienza alla suddetta prassi (o convenzione che dir si voglia) – salvo poi lamentarsene, pretestuosamente, una volta ottenuta risposta dal Sindaco. Pretestuosità tanto più evidente se sol si pensi che ben altri e più incisivi erano gli strumenti a disposizione dei Consiglieri interpellanti (dalla richiesta di convocazione di un Consiglio Comunale monotematico alla presentazione di mozioni) che se utilizzati avrebbero obbligato il Consiglio Comunale ad affrontare l’argomento in tempi ben più celeri e certi.

Si badi bene, contrariamente a quanto affermato dal Consigliere Tommaso Carone nel corso dell’ultima seduta di Consiglio Comunale, non si tratta di voler suggerire ai Consiglieri in che modo debbano fare opposizione, ma semplicemente il voler evidenziare come, a fronte della loro totale inerzia dinanzi allo scorrere del tempo, nonostante agli innumerevoli strumenti a loro disposizione per obbligare l’Amministrazione a prendere posizione sulla questione in tempi più celeri, appaia quanto meno irrazionale (se non ancora una volta pretestuoso) pretendere dalla Presidenza del Consiglio Comunale di doversi assumere la responsabilità, in totale autonomia e senza alcuna richiesta in tal senso da parte di alcuno, di violare una prassi consolidata, in spregio ai più elementari canoni di ragionevolezza ed economicità.

Infine, in merito alla dichiarata urgenza dell’interpellanza in questione, in disparte la considerazione che il nostro Regolamento comunale non prevede l’istituto dell’interpellanza urgente, v’è da dire che la stessa oltre a non essere adeguatamente motivata appare di dubbia sussistenza. L’urgenza infatti, contrariamente a quanto laconicamente affermato dai Consiglieri interpellanti, non può ravvisarsi nella semplice finalità “di garantire che l’Amministrazione Comunale possa adottare ogni più utile provvedimento per il caso in cui gli accertamenti richiesti dovessero chiarire l’impossibilità o la momentanea e attuale difficoltà di trasferire la biblioteca comunale presso l’immobile di Parco Montalbano” (testuali parole) atteso che, da un lato, l’interpellanza (mero strumento conoscitivo) non è mezzo adeguato ad incidere sulle scelte dell’Amministrazione poiché non consente al Consiglio Comunale di assumere decisioni e di esplicare la propria attività di indirizzo e, dall’altro, perché il procedimento per il trasferimento della Biblioteca Comunale aveva avuto inizio molto tempo prima, con la delibera di Giunta del 24 giugno 2016, ed i Consiglieri interpellanti ne erano a conoscenza quantomeno già dal 29 luglio 2016 (data in cui il Consiglio Comunale approvava l’assestamento generale di bilancio per l’esercizio 2016, con il quale si stanziavano le somme occorrenti alla ristrutturazione dei locali di Montalbano al fine di consentire il trasferimento della Biblioteca). Procedimento, poi, che – articolandosi nelle successive fasi dell’avvio della revoca del titolo giuridico che consentiva all’Associazione SING di occupare i locali, delle controdeduzioni dell’Associazione medesima, dell’adozione dell’ordinanza di revoca da parte del Sindaco e, infine, dell’adozione dell’ordinanza di sgombero da parte del Responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale – si protraeva per diversi mesi. Pur tuttavia, i Consiglieri interpellanti, nonostante tuto il tempo a loro disposizione per evidenziare all’Amministrazione Comunale la supposta inadeguatezza dei locali di Montalbano ad ospitare la Biblioteca Comunale, si riducevano all’ultimo momento (guarda caso quando i termini concessi dall’ordinanza di sgombero erano oramai scaduti) invocando addirittura l’urgenza della propria iniziativa!

Pertanto, alla luce di quanto sopra illustrato respingo fermamente ogni accusa di violazione delle norme regolamentari e auspico nel prosieguo un comportamento maggiormente improntato ai principi di leale collaborazione e buona fede; a quel principio di buona fede, appunto, che presupporrebbe che a fronte di una ritenuta inerzia di rappresentanti istituzionali non si debba rispondere con altrettanta inerzia, al solo fine, probabilmente, di poterne poi additare il comportamento, magari lamentando “vittimisticamente” addirittura inesistenti lesioni dei diritti delle minoranze!

 

 

 

Il Presidente del Consiglio Comunale

Glauco Caniglia

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