Sotto indagine anche il sindaco, la sua vice e il presidente del Consiglio comunale: ipotesi peculato

gdf guardia di finanza fiamme gialle

Peculato e peculato d’uso. Sono queste le ipotesi di reato a carico di alcuni tra gli amministratori di Erchie finiti sotto la lente d’ingrandimento di Finanza e Procura nell’ambito dell’inchiesta sui cosiddetti “furbetti del cartellino”, che ieri ha condotto alla notifica di un’ordinanza del Gip nei confronti di 15 dipendenti comunali, sei dei quali già sospesi per quattro e tre mesi e altri nove passibili di sospensione al termine dell’interrogatorio di garanzia.

Chiara Saracino con Giuseppe Margheriti
Chiara Saracino con Giuseppe Margheriti

Le persone sottoposte a indagine sono in totale 20 e tra esse figurano anche il sindaco Giuseppe Margheriti, la sua vice Chiara Saracino e il presidente del Consiglio comunale Ivan Volpe. Si contestano loro non già le assenze dal posto di lavoro, giacché i rappresentanti elettivi non devono timbrare alcun cartellino, ma l’uso improprio delle auto (peculato d’uso) e dei buoni carburante (peculato) intestati al Comune.

Ivan Volpe
Ivan Volpe

In particolare, nel corso dei controlli da parte dei finanzieri, il primo cittadino sarebbe stato notato sette volte, tra dicembre 2015 e marzo 2016, alla guida o comunque a bordo delle due auto blu – una Lancia Lybra e una Dacia Lodgy, a partire dal 21 dicembre 2015 – senza che fosse stato preventivamente autorizzato. Stessi addebiti per Volpe (due episodi contestati, uno il 17 dicembre 2015, l’altro il 15 marzo 2016), che in altre due occasioni (16 dicembre 2015 e 16 marzo 2016) avrebbe – sempre secondo l’accusa – rifornito di gasolio con i buoni carburante comunali la propria o comunque un’auto non del Comune. A Saracino, infine, sono contestati due fatti analoghi riguardanti esclusivamente l’impiego o comunque la presenza non autorizzata su un’auto (Lancia Lybra) del Comune in data 12 dicembre e 21 dicembre 2015 (in quest’ultimo caso in compagnia di Margheriti e Volpe).

Si tratta – è bene precisare – comunque di casi marginali rispetto agli altri al centro dell’inchiesta e i diretti interessati si dicono pronti a dimostrare la propria innocenza – assicurano di avere degli alibi di ferro (impegni istituzionali corrispondenti alle giornate annotate dalle fiamme gialle) – e confidano nell’operato della magistratura. Ciò che al momento sembra innegabile – sia con riferimento ai dipendenti comunali che agli amministratori – è la gestione “allegra” o perlomeno non proprio ortodossa delle autorizzazioni e dei quaderni di bordo nell’uso delle auto blu. Magari anche in buonafede, solo per dimenticanza o distrazione.

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