Operaio morì annegato nell’acqua e nel fango, a processo cinque persone e due imprese

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Il 29 agosto 2013, il 48enne Angelo Reschi – originario Galatina e residente ad Aradeo in provincia di Lecce – morì sommerso da acqua e fango mentre era intento nei lavori di una manutenzione dell’Acquedotto Pugliese in via Barbaro Forleo, a Francavilla Fontana, non lontano da Castello Imperiali. Oggi è stata notificata la richiesta di rinvio a giudizio, da parte del Pm Manuela Pellerino, nei confronti di cinque persone e due imprese. Si tratta di: Antonio Fiocca, 40enne di Lecce, legale rappresentante della ditta “Fiocca Vincenzo” (per cui Reschi lavorava e alla quale AqP aveva commissionato l’intervento); Lorenzo Russo, 54enne di Lecce, responsabile della sicurezza; Gaetano Barbone, 48enne di Noicattaro, rappresentante dell’AqP; Francesco Monfredi, 69enne di Taranto, direttore dei lavori; Oronzo Antonio Pizzutolo, 40enne di San Michele Salentino, coordinatore in materia di sicurezza e salute. Richiesta di processo anche per l’impresa appaltatrice “CFV – Costruzioni Fiocca Vincenzo Srl” e per “Aqcuedotto Pugliese Spa”.

Quella mattina, insieme con suoi colleghi, Reschi era al lavoro per la sostituzione di alcuni tronchi della fogna nera.Si trovava sotto il manto stradale, all’interno di uno scavo, e dirigeva le azioni di una pala meccanica che si trovava in superficie, quando un braccio meccanico avrebbe urtato una tubatura e ne avrebbe causato la rottura. Reschi fu travolto in pochi secondi da un violento getto d’acqua e poi risucchiato dal fango e dal terreno argilloso che franava sotto i suoi piedi in una sorta di effetto sabbie mobili. Inutili i tentativi dei colleghi di soccorrerlo così come quelli successivi da parte dei vigili del fuoco.

Dopo quasi tre anni di accertamenti e controlli, la Procura di Brindisi ha chiuso le indagini a carico dei 5 indagati, accusati – a vario titolo – di omicidio colposo e inosservanza delle norme di sicurezza. Secondo la magistratura inquirente, l’operaio era stato fatto scendere all’interno dello scavo privo della obbligatoria cintura di sicurezza e, anche, senza un’opportuna vigilanza.

Secondo il Pm, inoltre, la dimensione dello scavo ricavato su via Barbaro Forleo era di dimensioni non sufficienti a favorire le operazioni di soccorso. Accuse, quelle a carico degli imputati, tutte da dimostrare. I difensori delle parti sono gli avvocati Pasquale Annicchiarico, Giuseppe Corleto, Pasquale Corleto, Giuseppe Consegna, Michele Consegna, Alessandro Amato, Rosario Cristini, Pompeo De Gaetano.
L’udienza preliminare davanti al Gup Tea Verderosa si terrà presso il Tribunale di Brindisi il prossimo 7 febbraio.

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