Non furono loro a gettare pietre e altri oggetti contundenti e a sferrare calci e pugni contro il pullman della squadra avversaria, oltre che a ingiuriarne e minacciarne gli occupanti. Sono stati assolti con formula piena “perché non aver commesso il fatto” cinque ultras del Francavilla Calcio che erano stati denunciati a piede libero dai carabinieri al termine dell’incontro tra la loro squadra e il Sant’Antonio Abate, disputatosi presso lo stadio Giovanni Paolo II della Città degli Imperiali ormai più di sei anni fa (erano le 17,15 circa del 7 marzo 2010) e valevole per il campionato nazionale di Serie D. Si tratta del 33enne Cosimo Pasqua, del 28enne Alfonso Leo, del 32enne Salvatore Taurisano, del 41enne Donato Ribezzo, tutti di Francavilla, e del 58enne Franco Quinto Malagnino, quest’ultimo di Manduria.
Gli avvocati – Antonio Andrisano, Angela De Cristofaro, Michele Fino e Antonio Carbone – sono riusciti a dimostrare a processo l’infondatezza delle accuse mosse ai loro assistiti, per i quali il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a due anni e sei mesi. In particolare, secondo i carabinieri in forza alla compagnia francavillese, che furono costretti a scortare il bus lungo la strada provinciale Francavilla Fontana – Ceglie Messapica, quel giorno circa 15 tifosi locali si scagliarono contro il mezzo col chiaro intento di entrare in contatto con i giocatori e i dirigenti della società ospite. Non essendoci riusciti, presero a lanciare pietre e pietrisco. Durante i tafferugli, i militari identificarono i cinque ultras di cui sopra e li denunciarono. Dopo oltre un lustro e le varie fasi del procedimento, ecco giunta ieri la sentenza di assoluzione. Nessuna responsabilità specifica può essere loro attribuita per i fatti di quel teso post-partita della primavera 2010. Non commisero il fatto. L’ha stabilito il giudice Giuseppe Biondi del Tribunale di Brindisi.
