di Girolamo Bax
Fare un trasloco è quasi mai, sul piano emotivo, una cosa felice. Spesso è un dolore, una ferita. Dolore insopportabile quando non hai un’altra casa dove andare per portare i tuoi scatoloni. Negli Stati Uniti, dove si cambia spesso casa, ci sono psicoterapeuti specializzati nel trauma da trasloco.
Strano perché anche “Lui”, come tutti, al momento del proprio insediamento ebbe a dire, “sarò il sindaco di tutti”. Purtroppo è di moda, lo dice chiunque.
Concetto nobilissimo e fondamentale per chi amministra la cosa pubblica. Concetto nobile e fondamentale che sta anche a significare che finalmente sarebbe dovuto vigere, in Oria, uno stato di diritto dove il clientelismo avrebbe lasciato spazio ai diritti. Principio secondo il quale è un mio diritto il marciapiede e non è un favore da chiedere a qualcuno.
La cosa è ancora più grave quando con un pretesto, leggasi biblioteca comunale, si mette in atto un’azione di rivalsa politica contro chi mi sta sul cazzo (Robertone, Ndr) e quindi esercito la mia autorità non per non concedere un diritto, ma forse per calpestarne uno acquisito. Autorità che mi consente di calpestare l’anima di 300 ragazzi, a cui perviene un messaggio chiaro e forte: “Tu mi voti, ti trovo una sede e ti sistemo. Tu non mi voti, ‘ntu culu a tia e a Robertone”. Siamo diventati il paese di Cetto La Qualunque. Del resto questo spiega come mai compariamo, nelle classifiche dell’Auditel, tra i comuni al di sotto di 40mila abitanti, i più seguiti in Italia dalle trasmissioni satiriche. Negli ultimi 15 giorni, per ben due volte, Striscia la Notizia e Le Iene.
Inutile dire che queste cose non succedono in un paese civile. In un paese civile non ci sarebbe la necessità di Robertone per organizzare un luogo di sana aggregazione per 300 ragazzi, molti dei quali di famiglie poco abbienti. In un paese civile i servizi sociali li eroga lo Stato attraverso un suo ente locale, ossia il Comune e chi lo amministra. In un paese civile non si cacciano 300 ragazzi da un immobile comunale che occupano da diversi anni sostenendo, nelle chiacchiere da bar, che è oltremodo giusto perché l’Oratorio Sing non ha mai pagato la luce ed il gasolio per il riscaldamento. In un paese civile, a chi svolge un servizio sociale, i locali si danno in comodato d’uso gratuito, la luce gliela si paga e gli si paga anche il gasolio e magari gli si compra ogni tanto un tavolo da ping pong. In un paese civile non si chiude preventivamente il rubinetto del riscaldamento a 300 ragazzi perché si presuppone che Robertone il riscaldamento non lo pagherà. I locali, la luce, il riscaldamento, ecc. non valgono solo per Robertone, ma per chiunque occupi il campo da calcio, la palestra, il palazzetto facendosi carico di far crescere i nostri ragazzi in luoghi sani, nel rispetto di sani valori e di sani principi.
L’Oratorio Sing così come il presidente della pallavolo, quello del basket o gli sbandieratori non possono e non devono elemosinare all’assessore di turno l’uso di un immobile comunale. In un paese civile, il presidente del basket e della pallavolo dovrebbero ricevere dall’ente comunale, oltre gli immobili e gli spazi necessari a svolgere la propria attività, un contributo per ogni ragazzo che prendono in carico e tale contributo dovrebbe aumentare in caso di famiglie poco o per nulla abbienti (leggasi famiglie che non si possono permettere di pagare i 10 euro al mese necessarie a far fare uno sport ai propri figli).
In un paese civile le associazioni sportive sono apartitiche, a Oria invece sono costrette a schierarsi nelle campagne elettorali e sperare di essere parte dei vincitori per ottenere quello che è un sacrosanto diritto e non un favore. Vergogna.
Quanto alla nuova sede della biblioteca comunale, vorrei crederci. Non vi era altra soluzione perché il Comune non ha altri immobili disponibili, quindi Montalbano è l’unica soluzione ed è stata una scelta obbligata. A parte il fatto che non è vero perché, prima che se ne accorga il signor Tizio e ne prenda lui il possesso e poi ci vorranno altri 20 anni per mandarlo via, per la biblioteca comunale forse, dico forse, i locali della vecchia Pretura sarebbero più adatti e più dignitosi… E poi, diciamocela tutta, la vostra idea di biblioteca non è forse un’idea un po’ antica? Non vi siete resi conto di aver concepito, a Montalbano, un banale magazzino di libri vecchi?
Ma per una volta, giusto per una volta, Oria non potrebbe essere protagonista del suo futuro? Giusto per una volta, non si può pensare in termini moderni? Non potremmo pensare digitale? Non potremmo realizzare un luogo fisico che però chiunque possa raggiungere anche con una app? Chiudiamo gli occhi e lasciamoci andare. Voi li vedete? Io sì: pc e tablet che sostituiscono noiosi scaffali ricoperti di polvere; schermi touch che ti consentono di trovare il libro desiderato; microfoni a cui sussurrare il nome dell’autore o l’argomento di interesse per poi ricevere sul tuo cellulare le pagine che cercavi; un luogo dove la pagina scritta è arricchita da esperienze sensoriali. Voi che amministrate la cosa pubblica, provate ad immaginare e, se non ci riuscite, fatevi una passeggiata a Parigi, via Web intendo, e andate nell’ala Est della biblioteca François-Mitterrand, il mio sogno sarà di colpo la vostra realtà.
Anziché pensare a come fare la guerra a Robertone, pensate a come bandire un concorso per i giovani e per le associazioni di Oria, per progettare la biblioteca del futuro. Stimolate quei giovani a fare impresa con la cultura. Sindaco, tu sei un uomo fortunato, segui un po’ questo link, http://www.invitalia.it/site/new/home/cosa-facciamo/creiamo-nuove-aziende/cultura-crea.html e pensa che fortuna per quei giovani che spremeranno le loro meningi per il tuo concorso e gli verrà un’idea intelligente per digitalizzare la cultura per contribuire a realizzare ad Oria la biblioteca del futuro. Pensa un po’ Mimino, Oria, grazie alla tua biblioteca del Futuro, potrebbe diventare un incubatore digitale e dare vita ad una serie di Start Up tecnologiche con i soldi di Invitalia.
Ps: Cari ragazzi dell’Oratorio Sing, come ebbe a dire Francesco Saverio Borrelli, “resistete, resistete, resistete” e sappiate che non c’è atto amministrativo che non ottenga una sospensiva, poi c’è il merito, poi se va male c’è il Consiglio di Stato ma intanto il tempo è passato, ci sarà una nuova elezione e una nuova Amministrazione che speriamo possa ristabilire l’ordine agendo secondo diritto. Nell’attesa. turiamoci il naso e tiriamo a campare.
PPS: chi di clientela ferisce, di clientela perisce.