Consigliere comunale e Ctu per conto del Tribunale di Brindisi in una causa civile dell’ente: un esposto è stato presentato nei giorni scorsi alla Procura della Repubblica per accertare l’eventuale situazione d’incompatibilità e conflitto d’interessi di Antonio Sgura, oggi candidato sindaco del centrodestra a Francavilla Fontana, dove l’8 giugno si torna alle urne per il secondo turno delle amministrative.
Quando ancora sedeva nelle assise, il medico ortopedico Sgura ha ricevuto dal giudice un incarico di perito nell’ambito di un processo per risarcimento danni intentato da una 68enne francavillese – L.R. – dopo che, il 5 dicembre 2004, era caduta in via Dante a causa di una sconnessione del basolato.
Il Comune, a dieci anni dal fatto, è stato condannato a risarcirle i danni per 48.695,58 euro, a pagare 1.626,80 euro l’avvocato che ha assistito la donna, Massimiliano Chianura, e anche l’onorario del consulente tecnico d’ufficio, per l’appunto Sgura.
Quest’ultimo, qualche giorno addietro, ha fatto visita all’ufficio Servizi finanziari pretendendo – legittimamente – il suo compenso: 600 euro, come risulta dalla determina con annesso mandato di pagamento datati 21 maggio 2014.
Va da sé che l’ente, per la stessa vicenda, ha dovuto accollarsi pure il compenso del suo legale di fiducia: l’avvocato Claudia Mancini, già collaboratrice dell’ex onorevole ed ex suo collega, nonché coordinatore prima del Pdl poi di Forza Italia, Luigi Vitali.
Anche questi, all’epoca dei fatti, sedeva tra banchi della maggioranza consiliare, in qualità di capogruppo del maggiore partito a sostegno dell’amministrazione guidata dal sindaco Vincenzo della Corte.
Un incarico fiduciario come tanti, quello all’avvocato Mancini, anche se nel 2010 il Comune disponeva ancora dell’ufficio legale – poi, di fatto, soppresso – che era nella titolarità dell’avvocato Miriam Chiummariello.
E, non a caso, l’esposto tratteggia anche quest’ultimo aspetto, sebbene ne resti un po’ sullo sfondo e sia evidenziato solo nel momento in cui i denuncianti chiedono, qualora ritenuto opportuno, alla magistratura inquirente di puntare i riflettori sui criteri con i quali, negli ultimi anni, sono stati affidati gli incarichi – legali, ma non solo essi – a palazzo di città.
Ma per comprendere meglio di cosa si tratti, è opportuno procedere con ordine, collocare cronologicamente gli episodi.
Come scritto sopra, il 3 dicembre 2004, la signora L.R., inciampa e cade rovinosamente in strada, via Dante, pieno centro storico, a causa di una “chianca altalenante”, come scriveranno gli avvocati Francesco Amelio e Massimiliano Chianura nell’atto di citazione notificato al Comune il primo febbraio 2010.
Il 26 aprile dello stesso anno, la giunta comunale, che decide di costituirsi in giudizio, affida la causa – iscritta al numero 80/2010 nel registro generale del Tribunale civile di Brindisi, sezione distaccata di Francavilla Fontana –
non all’avvocato dell’ente Chiummariello, bensì all’avvocato Mancini, vicina di stanza di Vitali in via Quinto Ennio.
Comincia il processo e, il giudice Giuseppe Marseglia, il 31 maggio 2011, nomina quale Ctu del settore medico il dottor Sgura, che all’epoca è però anche consigliere comunale di Francavilla.
Sgura accetta l’incarico e – stando a quanto denunciato nell’esposto – omette di far presente la sua situazione d’incompatibilità e conflitto d’interessi, sebbene in quell’esatto momento convergano in lui almeno tre qualità: quella di medico, quella di perito e quella di consigliere comunale di maggioranza, quindi di rappresentante dell’ente in un una controversia in cui lo stesso ente è parte in causa.
Sta di fatto che, il 12 gennaio 2012, il Ctu Sgura deposita la perizia che gli era stata commissionata dal giudice, perizia anche sulla base della quale, il 27 febbraio 2014, il giudice Gianmarco Galiano emette la sentenza di condanna del Comune di Francavilla al risarcimento dei danni, del pagamento delle spese dell’avvocato di parte attrice e del perito.
Decisione, questa che l’avvocato Mancini, coinquilina dell’ex avvocato Vitali, il 28 febbraio 2014 puntualmente trasmette al commissario prefettizio Mariarita Iaculli.
In totale, quasi 50mila euro, escluso il compenso dell’avvocato del Comune, da corrispondere o già corrisposto a parte. Colpa sicuramente delle “chianche altalenanti” nel centro storico, che con 50mila euro sarebbero forse state nel frattempo in gran parte riparate, ma – sempre riportando la tesi dei denuncianti – soprattutto di un sistema, quello relativo agli incarichi professionali, indicato quale deleterio per le casse pubbliche.
Sgura, dal canto suo, per evitare problemi in seguito, se eletto e se non eletto, una decina di giorni fa, è andato a reclamare quanto gli spettava: 600 euro tondi tondi. Proprio a seguito della sua visita all’ufficio Servizi finanziari è però partita la segnalazione alla Procura, sulla quale ora pende l’obbligo di esercitare l’azione penale (che potrebbe – chissà – sfociare anche in una richiesta di archiviazione).