Ieri (13 novembre) il sindaco di Francavilla Fontana e presidente della Provincia di Brindisi, Maurizio Bruno, ha compiuto 50 anni e nella serata ha festeggiato con circa 70 invitati in una nota sala ricevimenti. Tra gli ospiti, ovviamente suoi assessori e consiglieri, esponenti del partito, dirigenti e dipendenti del Comune, ma anche qualche partecipante a sorpresa. Su tutti, a quest’ultimo proposito, i consiglieri comunali Antonio Andrisano (Forza Italia, peraltro coordinatore provinciale degli azzurri) e Dario Mancino (indipendente). Di Andrisano si mormora ambisca a sfidare e a prendere il posto dello stesso primo cittadino. Di Mancino (ex Ap-Ncd) si sa che, come il collega Angelo di Noi (ex Pd), ha aderito a Noi Centro, movimento che fa capo all’ex presidente della Provincia e oggi di Invimit Massimo Ferrarese. Se quest’ultimo, Mancino, fa in teoria ancora parte della maggioranza che sostiene Bruno in Consiglio comunale, di sicuro Andrisano si colloca all’esatto opposto.
“Un invito personale e non certo politico – spiega il diretto interessato – che per giunta non mi sarei aspettato, ma non nascondo che mi ha fatto piacere e, dunque, ho accettato”. Una presenza a titolo di amicizia più che politica, insomma, la sua. Sebbene – pare – a un certo punto proprio il sindaco abbia preso la parola e, in tono scherzoso, detto a tutti: “C’è anche l’avvocato Andrisano, il mio prossimo sfidante: tranquillo, tra otto anni farai il sindaco”.
Diverso il discorso per Mancino che, forse senza volerlo, si è ritrovato nell’occhio del ciclone, quindi probabilmente nel posto più sicuro. Dopo l’entrata in Consiglio al posto di Luigi Galiano – diventato assessore – ha deciso di seguire colui che non ha esitato a definire il suo mentore politico da sempre: Ferrarese, appunto. Così, di fatto, dal terzetto stabile Pd/Ncd/Ncs (Noi ci siamo) è passato in Noi Centro, il cui sostegno alla maggioranza non è e non può essere costante, ma soltanto eventuale. Di volta in volta. Mancino pare fosse stato invitato prima della sua dichiarazione d’indipendenza in Consiglio, ma ci ha ugualmente tenuto a essere presente.
Oltre ai due convitati inattesi, c’erano tutti gli altri. Gli assessori al completo; l’intera delegazione del Pd in Consiglio comunale, i tesserati del partito, ma poi anche il resto dei consiglieri di maggioranza, buona parte dello staff dirigenziale del Comune e alcuni appartenenti alle forze dell’ordine.
Si è mangiato (antipasto misto, un risotto allo champagne per primo, carne arrosto e frittura di pesce per secondo, poi frutta e dolci) bevuto, scherzato e ballato. A quest’ultimo proposito, ha dato spettacolo il consigliere comunale Giuseppe Cavallo (Ap-Ncd) il quale – scatenato e spontaneo come sempre, senza eccezioni per la sala consiliare – si è esibito da par suo tra gli applausi degli altri presenti.
Una festa tra non troppi intimi ma allo stesso tempo sobria, il commento unanime di chi c’era. D’altra parte, il mezzo secolo di vita viene una volta sola anche se si è sindaci o presidenti. Da oggi è però il momento di tornare a occuparsi di politica e amministrazione, con i problemi di tenuta della compagine di governo cittadino a farla da padroni. Nelle prossime ore si dispenseranno meno sorrisi e meno bacetti sulle guance. C’è da capire se sarà possibile trovare una nuova quadra o si dovrà tornare a casa, se la festa sia finita ieri o se si potrà ancora “andare avanti” (cit. A.A.).