Sono 176 quelli della Prima Guerra Mondiale e 96 quelli della Seconda: da ieri – 4 Novembre, Festa dell’Unità e delle Forze Armate – i Caduti e Dispersi di Oria sono tornati al loro posto e tutti i loro nomi figurano finalmente sulle lastre in marmo ai piedi del Fante Glorioso nella nuova piazza Lorch. Ciò, grazie soprattutto all’impegno e al lavoro dei ragazzi del Servizio civile nazionale impiegati nella biblioteca comunale, i quali hanno chiesto e ottenuto dal Ministero della Difesa l’elenco completo dei Caduti e dei Dispersi oritani nei due conflitti mondiali.
Una cerimonia solenne e molto sentita, quella officiata dal sindaco Cosimo Ferretti e dal parroco di San Domenico Crocifisso Tanzarella, che hanno ricordato il significato e l’importanza della ricorrenza ed evocato princìpi e valori che ne sono alla base. La tradizionale posa di una corona d’alloro, poi la benedizione della stessa e delle nuove quattro lapidi poste sul basamento del Fante, infine la santa messa. Nel cuore della città federiciana erano presenti, ovviamente, anche tutti i locali rappresentanti delle forze dell’ordine e, in particolare, il comandante della stazione Carabinieri – luogotenente Roberto Borrello – il comandante della polizia locale – capitano Antonio Morelli – e rappresentanze delle locali sezione dell’Associazione nazionale Combattenti e Reduci, dell’Associazione nazionale Marinai d’Italia e dell’Associazione nazionale Polizia di Stato. C’erano anche tutte le scolaresche degli istituti di ogni ordine e grado di Oria, con i ragazzi del Tecnico per il turismo che hanno letto ad alta voce, uno ad uno, i nomi di Caduti e Dispersi. Il tutto accompagnato dalle note storiche – Inno di Mameli e “La canzone del Piave” su tutti – della banda musicale Città di Oria.
Il primo cittadino ha anche annunciato una sua idea: quella di traslare nel cimitero di Oria, a spese dell’amministrazione comunale, le spoglie mortali dei Caduti che riposano lontano dalla loro terra natìa, e cioè nei cimiteri monumentali del Nord Italia e della Germania. Si tratta, in particolare, di 13 soldati morti tutti durante la Seconda Guerra. Quelli della Prima, infatti, essendo considerati degli eroi nazionali, non possono essere spostati: devono riposare in eterno al fianco dei loro commilitoni. «Non è una promessa – ha precisato Ferretti – ma ancora un mio desiderio, che farò in modo possa diventare realtà con la collaborazione di tutti i componenti dell’amministrazione e, per forza di cose, dei parenti dei Caduti».