Nel corso dell’udienza preliminare a carico delle dieci persone, arrestate nell’ambito dell’operazione dei carabinieri intitolata Scacco agli Imperiali, il Comune di Francavilla si è costituito parte civile avanzando una richiesta danni pari a 5 milioni di euro nientemeno che nei confronti della Scu. Lo stesso ha fatto il Comune di Mesagne, ma questa – contrariamente che per la Città degli Imperiali – non è una novità. Il processo è quello nei confronti della presunta associazione per delinquere di stampo mafioso che aveva acquistato armi da guerra per 20mila euro da un mediatore russo al fine di utilizzarle poi per portare a termine attentati ed estorsioni.
Gli imputati sono: Giancarlo Capobianco alias “Zio Carlone”, 50enne di Francavilla Fontana; Francesco Gravina alias “Gabibbo”, 34enne di Mesagne; Vito Stano alias “Malombra”, 44enne di Mesagne; Nicola Destino, 25enne di Mesagne; Nico Passiante, 21enne di Francavilla Fontana; Cosimo Rochira detto “Mimmu u quazzu”, 46enne di Francavilla Fontana; Ercole Penna, collaboratore di giustizia 39enne di Mesagne; Danilo Calò, 26enne di Mesagne; Alessandro Perez, 25enne di Mesagne; Cosimo Giovanni Guarini, collaboratore di giustizia, di Mesagne.
Sono accusati di porto, trasporto, traffico di armi clandestine, comuni e da guerra, di ordigni esplosivi e anche di ricettazione, reati aggravati «dall’aver commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso nota con la denominazione Sacra corona unita che utilizzava le armi e gli esplosivi per commettere attentati ed estorsioni nonché per incrementare la forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo».
Otto degli imputati hanno optato per il rito abbreviato.
L’indagine da cui è poi scaturito il processo era partita nel 2011, quando i carabinieri della compagnia di Francavilla – guidati dal maggiore Giuseppe Prudente – avevano trovato, custodito in un casolare abbandonato in contrada Donna Laura, un arsenale composto, tra le altre cose, anche di kalashnikov e bombe a mano del tipo “ananas”.
Nell’inchiesta sull sfondo di armi e Scu ci erano finiti anche gli omicidi: dell’imprenditore francavillese Vincenzo della Corte, ucciso nel suo capannone in allestimento a San Michele Salentin l’8 ottobre 2010; del 18enne Francesco Ligorio sempre di Francavilla, crivellato di colpi dai kalashnikov dei sicari lungo la superstrada Brindisi – Taranto l’11 novembre 2010 al posto della vittima designata Nicola Canovari, ferito ma alla fine salvo; di Fabio Parisi, ucciso in via Regina Elena, pieno centro di Francavilla, il mattino del 22 dicembre 2010.
Secondo investigatori e inquirenti, le armi ritrovate nella masseria servivano proprio a questo: a regolare i conti in caso di necessità.
E adesso anche le istituzioni, in particolare il Comune di Francavilla – dietro iniziativa del commissario prefettizio Mariarita Iaculli – prendono le distanze e chiedono un ristoro che poi tanto simbolico non è: 5 milioni di euro.