Detto, fatto. Se sarà stata la (s)volta buona, sarà il tempo a dirlo. Il dato è che oggi la presidente della Camera Laura Boldrini, come promesso il Primo Maggio a Masseria Canali (bene confiscato alla mafia) in quel di Mesagne, ha accolto e ospitato a Montecitorio una delegazione di braccianti, giunti dal profondo Sud, accompagnati dal segretario generale nazionale Flai Cgil Ivana Galli e da quelli provinciali. Presente anche il marito di Paola Clemente, deceduta tra i campi quasi un anno fa sotto il sole cocente di quel torrido 18 agosto 2015.
La delegazione provinciale di Brindisi era capeggiata dal segretario generale territoriale Antonio Ligorio, e composta da Lorenza Conte (Oria), Maddalena Vinci (Fasano) e Maria Casalino (San Michele Salentino). Nel frattempo, mentre Boldrini e i suoi ospiti parlavano di sfruttamento e intermediazione illegale, in Senato si discuteva della proposta di legge 2217/2016 sul caporalato, poi approvata a stragrande maggioranza (190 voti a favore, nessun contrario e 32 astenuti) per inasprire la lotta alla schiavitù nelle campagne e non solo nelle campagne. Ora il testo dovrà passare, nell’ottica del bicameralismo perfetto dell’ordinamento costituzionale italiano, dalla Camera, dopo di che potrà finalmente definirsi legge dello Stato. Alla presidente Boldrini è stato consegnato il terzo rapporto “Caporalato e Agromafie”, redatto dall’Osservatorio del sindacato intitolato a “Placido Rizzotto”.
“È stato un giorno dai forti connotati simbolici oltre che pratici – dichiara, stanco ma soddisfatto, Ligorio – nel quale abbiamo potuto toccare con mano la disponibilità della presidente Boldrini, impegnata al nostro fianco per sconfiggere quella che è una reale piaga sociale: ci ha promesso che farà tutto quanto in suo potere per accelerare i tempi della discussione e dell’approvazione alla Camera e noi le crediamo, ovviamente in attesa dei fatti, perché finora ha saputo mantenere le promesse che ci aveva fatto e ha dimostrato grande sensibilità”.
Lo storico incontro è stato suggellato dalla consegna di medaglie e targhe ricordo che le lavoratrici e i loro rappresentanti sindacali custodiranno gelosamente tra i loro cimeli. Ma ora – sostengono all’unisono – è prioritario che il testo, finalizzato peraltro a inasprire le pene a carico dei “caporali”, si tramuti quanto prima in legge.