«CARISSIMI CITTADINI DEI COMUNI VICINI
Noi siamo felici di accogliervi sulle nostre spiagge: 18 km. di mare stupendo e spiagge libere vi attendono come ogni anno. Per favore, però, comportatevi da persone civili, raccogliete con cura e differenziate i vostri rifiuti, non abbandonateli sulla sabbia, sul ciglio delle strade o nelle campagne. Di sporcaccioni ci bastano e avanzano quelli di casa nostra.
Perchè siamo stufi di raccogliere gli escrementi degli uni e degli altri, sia quelli disseminati per ogni dove, sia quelli più puzzolenti che escono dalla bocca e dalla penna»
Un post del genere – non avrebbe neppure meritato risposta, se non fosse stato pubblicato da un sindaco, peraltro in teoria dotato di un certo bagaglio culturale (è medico).
Si tratta del primo cittadino di Manduria Roberto Massafra, che sembra essersela presa per un nostro articolo o, meglio, per una segnalazione che, come sempre, l’altro ieri abbiamo molto volentieri ospitato. L’ospitalità, ci ritorneremo.
Ebbene, non l’avessimo mai fatto!
I motivi, parafrasando il sindaco, sono sostanzialmente tre: non siamo di Manduria; siamo dei semplici ospiti nei “suoi” 18 chilometri di costa; siamo brutti, sporchi e cattivi poiché – sostiene Massafra – inquiniamo quanto e più dei manduriani, la cui inciviltà già gli basta e (si legge tra le righe) è anche in qualche modo più giustificata rispetto alla presunta “nostra”.
Qualcuno glielo spiega al Signor Sindaco che chi viene da fuori gode di un bene demaniale, qual è il mare, esattamente al pari suo e dei suoi concittadini e che dunque sullo stesso vanta gli stessi, identici diritti e doveri (compreso, ovviamente, quello di non insozzare)?
Qualcuno glielo spiega al Signor Sindaco che, a parte gettare più rifiuti degli altri (sic!), i suoi ospiti fanno girare l’economia del territorio, quanto e forse anche più rispetto ai residenti?
Qualcuno glielo spiega al Signor Sindaco che numerosi “cittadini dei comuni vicini” è da decenni, in qualche caso addirittura secoli, che d’estate villeggiano e dunque dimorano – pagando i relativi tributi – a San Pietro in Bevagna e dintorni?
Qualcuno glielo spiega al Signor Sindaco a che, se in capo ad autoctoni e forestieri gravano gli stessi diritti e doveri, la responsabilità per la pulizia della costa spetta, invece, a lui e ai suoi? Onori e oneri del fare parte di un’amministrazione pubblica.
Ritornando alla concezione di ospitalità, forse farebbe meglio il sindaco a ispirarsi meno a quella tipicamente chiusa dei barbari (per cui uno straniero era sostanzialmente un intruso) e più a chi il concetto di ospitalità non solo l’ha inventato, ma l’ha persino sacralizzato, caricandolo di contenuti positivi.
Sì, perché per gli antichi Greci (persino per gli Spartani, a meno che non si trattasse di nemici) l’ospite era davvero sacro ed è strano che oggi a ignorarlo sia proprio chi, a millenni di distanza, rappresenta gli epigoni di un popolo in questo senso altrettanto evoluto: quello dei Messapi.
Eliseo Zanzarelli
P.S.: Gli unici escrementi di cui siamo a conoscenza, al momento, sono quelli in pineta e sulle dune (causa anche l’assenza di bagni pubblici, magari chimici basterebbero). Quegli escrementi che Lei, Signor Sindaco, avrebbe il dovere di far raccogliere. Supponiamo e ci auguriamo non provengano da nessuna bocca e da nessuna penna. A ciascuna persona, a ciascun orifizio e a ciascun oggetto resti la sua propria funzione naturale.