Si riceve e pubblica:
A partire dall’11 luglio 2016 è previsto, in provincia di Brindisi, il recapito della posta a giorni alterni. La UGL Comunicazioni ha già denunciato in Prefettura, nell’incontro datato 20 maggio, quanto potrebbe accadere in seguito a tale scelta, a mio giudizio scellerata ed impropria, dell’azienda, segnalando più volte agli organi
competenti il disservizio che si creerebbe, in aggiunta a quello già esistente e figlio delle precedenti riorganizzazioni.
Per questo motivo, nelle scorse ore, ho presentato un’apposita interrogazione al Ministero dello Sviluppo economico. Infatti, già con le precedenti riorganizzazioni inerenti il recapito, “il portalettere” è stato messo in difficoltà, lavorando a giorni alterni. Riorganizzazioni, per altro, basate su dati di giudizio che meriterebbero quantomeno un approfondimento eppure dati per buoni a priori nel tentativo di poter “tagliare” alcune zone e ridurre, tempo drasticamente, la qualità del servizio. Nell’interrogazione, inoltre, ho sottolineato la mancanza, grave, di una soluzione condivisa (e strutturale) per la consegna di pacchi e quotidiani figlia di una generica linea di supporto provvisoria in attesa di un accordo con l’editoria. Appare d’altro canto evidente che, ad oggi, non sia noto alcun investimento sulla strumentazione in uso ai portalettere (casellari, mezzi, palmari, eccetera) nonostante la promessa fatta in fase di stipula dell’accordo centrale. A questo, si aggiunga una mancanza di formazione specifica su servizi delicati e di responsabilità come posta-patente, contrassegni e servizi a denaro in generale; la mancata ricollocazione delle figure in esubero che ci saranno dal giorno successivo alla riorganizzazione; la pessima esperienza già registrata, nel processo di riorganizzazioni, in altre regioni e altre province (nel Comune di Parma, basti un esempio, si è creata una giacenza di ben 4 tonnellate di corrispondenza che si sostanzia in bollette, raccomandate ordinarie e atti giudiziari) costringendo molti sindaci a rivolgersi al Tar e all’Unione Europea.
A leggere certe notizie, insomma, sembrerebbe che Poste Italiane sia un’azienda in profonda crisi, costretta ad una politica di tagli e rinunce nell’ottica della sopravvivenza. Piuttosto curiosamente, però, la stessa azienda ha divulgato con grande enfasi, a mezzo stampa, i dati relativi al risultato economico della gestione inerente al secondo semestre 2015, caratterizzato da un fatturato in crescita per un totale di 15 miliardi (con un aumento pari al 7 per cento rispetto all’anno precedente).
In questo contesto, ho idea, la scelta di collocare sul mercato un ulteriore 30 per cento di azioni di Poste italiane appare preoccupante, laddove vada a favorire potenziali e futuri giochi di potere e, quindi, potenziali e nuovi azionisti.
Non sia mai che la riorganizzazione del lavoro possa anticipare, oltre ad un crollo di qualità del servizio, anche a scellerati tagli e licenziamenti del personale.
Non possiamo permettercelo. Né in Italia, né tanto meno in provincia di Brindisi, dove occorre salvaguardare i livelli occupazionali e i dipendenti, oltre che gli utenti.
Al ministero competente ho chiesto, quindi, se sia al corrente di quanto descritto, ovvero uno scenario quantomeno preoccupante, e quali misure urgenti intenda adottare al riguardo.
Attendiamo con fiducia, ma non troppa pazienza, una risposta illuminante.
Sen. Pietro Iurlaro – Ala