Lunedì 2 maggio, alle ore 17.30, nella sede dell’Università della terza età di Francavilla, in via Luigi Raggio 35, serata dedicata ai ricordi della scuola elementare degli anni Cinquanta-Sessanta.
L’occasione viene fornita dall’antologia “Che dice la pioggerellina di marzo”, pubblicata e curata dall’editore Piero Manni, che sta riscuotendo molto successo in tutta Italia.
Il libro sarà al centro di una piacevole (e nostalgica) serata che vedrà protagonisti i corsisti dell’Università della terza età, che reciteranno a memoria le poesie imparate nella scuola di alcuni decenni fa.
Dialogheranno con il pubblico Carmelo Ciracì, psicologo e presidente dell’UTE, l’editore Piero Manni, l’ex provveditore agli studi di Brindisi Fabio Scrimitore e il prof. Gerardo Trisolino, saggista e pubblicista.
Nell’aula dell’associazione risuoneranno i versi di tante poesie che gli ottantenni di oggi hanno ancora impressi nella memoria: “O cavallina, cavallina storna, / che portavi colui che non ritorna”, “Oh! Valentino vestito di nuovo, / come le brocche dei biancospini!”, “Che dice la pioggerellina / di marzo, che picchia argentina / sui tegoli vecchi”, “L’albero a cui tendevi / la pargoletta mano”, “Un bacio a mamma, uno a nonnetta, / il bimbo allegro a scuola va”, “La nebbia a gl’irti colli / piovigginando sale” e tante altre.
Negli anni Cinquanta-Sessanta l’Italia era ancora una nazione prevalentemente contadina e artigiana. Al centro dell’educazione c’erano la famiglia, gli affetti, i sentimenti patriottici, il lavoro nei campi, il decoro della povertà, la rassegnazione, i sacrifici personali, la religione, il valore della scuola, la pace, l’emigrazione. Quelle poesie riflettevano dunque la società italiana di allora, alla vigilia del decollo industriale e del boom economico. Il ricordo della seconda guerra mondiale era ancora vivo, con tutto il carico delle sue disastrose conseguenze. Ma i modelli educativi erano ancora quelli tradizionali. La riforma della scuola media unica e obbligatoria a metà degli anni Sessanta e la contestazione del ’68 aprirono le porte al cambiamento dei nostri giorni.