Settore aero-industriale, troppi posti a rischio: Ciracì (CoR) interroga il ministro

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Si riceve e pubblica:

On. Nicola Ciracì
L’onorevole Ciracì

L’Onorevole Nicola Ciracì (CoR – Conservatori e Riformisti) è il primo firmatario di un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Economia e delle Finanze sulla delicata situazione del settore aero-industriale nazionale in genere e pugliese in particolare. Con il nuovo piano industriale 2015-2019 di Finmeccanica sono troppi i posti a rischio, soprattutto nelle imprese dell’indotto, e il deputato chiede l’urgente convocazione di un tavolo presso il MEF anche per scongiurare quella che si preannuncia un’ecatombe.

Finmeccanica è il primo gruppo industriale italiano nel settore dell’alta tecnologia e tra i principali attori al mondo nei comparti della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza. Suo maggiore azionista è il Ministero dell’Economia e delle Finanze e dal primo gennaio 2016 ha assorbito al suo interno le controllate Agusta Westland, Alenia Aermacchi, Oto Melara, Selex ES e Wass, strutturandosi in quattro settori e sette divisioni.

Nonostante gli importanti finanziamenti pubblici, oggi si assiste a una sorta di smantellamento nell’intero territorio nazionale: si pensi alla cessione dello stabilimento Alenia di Napoli Capodichino e ai rischi per il sito di Nola, sempre in Campania.

«In Puglia – spiega in premessa il deputato di CoR – a causa di una forte crisi del mercato legata a un calo della produzione, si è deciso di ritirare alcune tra lavorazioni e intere commesse che erano state precedentemente affidate ad aziende esterne presenti sul territorio, e cioè: in provincia di Brindisi, a Tecnomessapica, costretta a sacrificare 34 unità, a CMC (14 posti) e ad Aerostrutture (17)».

«Ciò – prosegue Ciracì – non farà altro che aggravare una situazione occupazione già particolarmente difficile, come denuncia anche il sindacato UILM, com’è difficile del resto la situazione di Grottaglie, dove si denuncia la diminuzione dei posti di lavoro in HB Technology e nella stessa Tecnomessapia, ditte dell’indotto Alenia che fino a poco tempo fa contavano più di 500 dipendenti».

«I casi di Tecnomessapia e Tecnomessapia 2 dell’area di Brindisi – aggiunge – è purtroppo emblematico: la prima conta oggi 263 dipendenti, più della metà dei quali assunti a tempo indeterminato, e la seconda 18, anch’essi a tempo indeterminato, e ambedue operano esclusivamente in Finmeccanica. Pur essendo aziende floride – continua – al 30 marzo di quest’anno sono state costrette a non rinnovare ben 66 contratti a termine, prevedendo peraltro ulteriori tagli conseguenza della rivisitazione del piano industriale varato dall’amministratore delegato di Finmeccanica Mauro Moretti: 45 unità saranno sin da subito in esubero, ma il prosieguo del 2016 non fa ben sperare».

«È per tutti questi motivi – conclude Ciracì – che insieme con altri colleghi ho deciso di presentare un’interrogazione per sapere direttamente dal Ministro se sia a conoscenza di questa situazione e se intenda convocare un tavolo per affrontare e risolvere i problemi che attanagliano i lavoratori degli stabilimenti aero-industriali di Brindisi e Grottaglie, così come quelli dei loro colleghi di tutt’Italia: i livelli occupazionali vanno salvaguardati senza “ma” e senza “se”».

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