Muore ma non ha nessuno, i funerali glieli pagano parroco e agenzia funebre

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E’ morto in piena solitudine, tanto che ha rischiato fino alla fine di non ricevere funerale e degna sepoltura. Ma non si è mai soli se s’incontrano persone eccezionali. Il parroco della chiesa di San Lorenzo Martire, a Francavilla Fontana, e i titolari dell’impresa di pompe funebri “Nitof” di Carovigno si sono accollati tutte le spese e salvato la sua dignità, perché nessuno se ne può andare così a questo mondo. Nessuno.

Un uomo di oltre 70 anni, di Oria, ospite di una casa di riposo nella sua città, è deceduto nei giorni scorsi all’interno del reparto di Nefrologia dell’ospedale Dario Camberlingo di Francavilla Fontana, dove si trovava ricoverato per un problema serio ai reni. Al suo capezzale, soltanto un legale che si occupava della sua tutela.

Quest’ultimo ha contattato l’agenzia Nitof e chiesto che si occupasse della sepoltura: in casi del genere, non sono previste funzioni religiose. Solo la preparazione della salma e il suo trasporto al cimitero. Stop. I fratelli De Cillis però non se la sono sentita e hanno preso a cuore la storia dell’anziano. Contattato il parroco di San Lorenzo, don Rubino originario di Latiano, gli hanno chiesto almeno una piccola benedizione. Il sacerdote si è però rifiutato: ma quale piccola benedizione? «Gli facciamo i funerali come Dio comanda», ha risposto.

Don Salvatore Rubino
Don Salvatore Rubino

E ieri pomeriggio, dunque, in una chiesa insolitamente vuota, don Salvatore ha celebrato le esequie. Come sempre, come per tutti. Dopo, il feretro è stato condotto nel vicino cimitero di via San Vito. Le spese funebri sono state in piccola parte coperte dai pochi risparmi del defunto, nella restante dall’impresa. Nota stonata: il Comune ha preteso e ottenuto 300 euro a titolo di tassa per la tumulazione.

Nessun contributo per la parrocchia, sebbene la famiglia De Cillis abbia comunque voluto ringraziare don Salvatore versando un piccolo obolo da destinare in beneficenza.

«Anche nella nostra società – afferma il parroco che ha officiato il funerale – si sta riaffacciando quella solitudine che non è solo mancanza di compagnia ma che accompagna l’individuo fino al momento del passaggio. Ho accolto di buon grado l’iniziativa intrapresa dall’agenzia di pompe funebri perché la solidarietà e la vicinanza tra gli uomini non devono mancare mai, men che meno nel momento della morte. Dare degna sepoltura è un’opera di misericordia cui un cristiano non può sottrarsi, soprattutto ora che è il tempo del Giubileo della Misericordia».

Non servono altre parole per descrivere questo gesto. Parlano i fatti. Bravi, bravi davero.

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