Da ieri sera e fino al primo pomeriggio di oggi, gli oltre 260 pappamusci sono in pellegrinaggio da un Altare della Reposizione all’altro. Fra tradizione e fede, in attesa della processione dei Misteri, quest’anno non mancano però le polemiche intorno ai penitenti scalzi. Agli interessati è stato infatti imposto un contributo obbligatorio: 40 euro per fare il pappamuscio, 50 per indossare i panni di crocifero e trascinarsi dietro una pesante croce in legno. Gli scorsi anni – si apprende – era invece previsto un obolo volontario, anche simbolico, in busta chiusa. La soluzione adottata in questa edizione dei Riti avrebbe così pregiudicato – sono in molti a lamentarsene – la partecipazione dei peccatori meno abbienti, che ora dovranno optare per altre soluzioni per espiare le proprie colpe e manifestare la propria devozione.
Il denaro raccolto dalle offerte dei fedeli servirebbe comunque a coprire, almeno in parte, i costi di gestione sopportati dalle Confraternite dell’Orazione e Morte (crociferi) e del Carmine (pappamusci) nell’organizzazione delle manifestazioni che le riguardano e anche il “post”. I 40 euro chiesti ai pappamusci sarebbero impiegati per il lavaggio dei camici, sebbene anche a chi ne sia proprietario pare sia stato chiesto lo stesso importo. Su questa nuova “politica” non sarebbero mancati, alla vigilia della Settimana Santa, i contrasti in seno ai sodalizi religiosi: discussioni animate avrebbero contraddistinto diverse riunioni delle congreghe, ma alla fine ha prevalso la linea dei 50 e 40 euro fissi anziché quella delle offerte segrete, anche di modico importo. Un sistema che avrebbe, tra le altre cose, consentito di “scremare” le numerose richieste d’indossare i panni di pappamuscio e soprattutto di crocifero. Così, anche oggi al seguito della processione vi sarà soltanto una cinquantina di portatori della croce.