Lascia in “eredità” 428 libri alla biblioteca comunale di Oria, ma la biblioteca comunale di Oria non se li prende. Sono trascorsi ormai sette mesi da quando i figli di un ingegnere originario della città federiciana, nella quale si era ritrasferito per trascorrere i suoi ultimi giorni e dove è deceduto l’estate scorsa all’età di 72 anni, hanno deciso di compiere la volontà del padre e di destinare tutti quei volumi – storia, saggistica, politica, romanzi – al Comune del paese natìo.
Dall’agosto scorso, i tomi sono affidati a una curatrice che è stata incaricata dagli eredi di fare da tramite con l’ente. La donna ha fatto tutto il possibile e ha interpellato in diverse occasioni le istituzioni – sindaco Cosimo Ferretti e assessore alla Cultura Egidio Conte in primis – ma pare che verso quel discreto patrimonio di lettura, che andrebbe ad arricchire gli scaffali della “De Pace – Lombardi”, non ci sia poi tutto questo interesse.
Si tratterebbe semplicemente di andarseli a prendere e di catalogarli, anche se a stoppare queste operazioni ci sarebbero questioni di natura burocratica, di spazio disponibile e di personale, oltre che – a questo punto si sospetta – di scarsa sensibilità. I figli del defunto, intanto, man mano che passa il tempo, sono sempre più dispiaciuti di non poter esaudire uno degli ultimi desideri espressi in punto di morte dal loro genitore. Ciò che più li rattrista e un po’ infastidisce è però questa situazione di sospensione: nel senso che, se l’operazione non si potesse fare per i più svariati motivi, a loro basterebbe saperlo, così da pensare a qualcos’altro per esaudire le disposizioni testamentarie e tenere viva la memoria del magnanimo ingegnere.