La proposta formulata rispetto a quanto in oggetto, è per le scriventi, irricevibile, in quanto criptica e sibillina. Quando in gioco ci sono 4 lavoratori con il loro portato familiare e professionale è fondamentale modulare i concetti con la massima chiarezza in merito all’effettivo volere.
Da quanto si riesce a dedurre, comunque, l’Amministrazione non recepisce alcuna delle richieste sindacali.
Sin dalla prima pubblicazione del bando il Sindacato deducente ha fatto proprie le ragioni dei 4 lavoratori – quando ancora erano dipendenti Cerin e non avevano ricevuto la lettera di licenziamento – richiedendo una modifica al bando affinché venisse pienamente recepita la clausola sociale.
Tale richiesta non intendeva andare contro i principi del libero mercato in quanto l’attività dapprima espletata e che si andrà ad espletare è la medesima. Il passaggio non comporterà una nuova organizzazione.
La Giurisprudenza amministrativa, ha elaborato una interpretazione di apertura rispetto alle clausole di riassorbimento elaborando i seguenti principi:
– La clausola sociale è legittima allorchè viene interpretata nel senso che l’appaltatore subentrante deve prioritariamente assumere gli stessi addetti che operavano alle dipendenze dell’appaltatore uscente, ma solo a condizione che il loro numero e la loro qualifica siano armonizzabili con l’organizzazione d’impresa prescelta dall’imprenditore subentrante, e ciò sulla base del presupposto che l’iniziativa economica privata è sì libera, ma deve avere riguardo anche all’utilità sociale (Cons. St., sez. VI, 27 novembre 2014, n. 5890, sez. III, 9 luglio 2013, n. 3639, e 5 aprile 2013 n. 1896, e sez. IV, 2 dicembre n. 5725, ed, ancora piu di recente, TAR Puglia, sez. Lecce, sez. II, 1° dicembre 2014, n. 2986).
La clausola è inderogabile, quando il servizio organizzato dall’impresa subentrante con le stesse sostanziali modalità con le quali era organizzato dal gestore uscente.
Nel caso specifico le mansioni a svolgersi sono le stesse poiché il lavoro da eseguire è lo stesso, quindi alcun mutamento sarà registrabile per la società subentrante.
Evidentemente, sebbene si voglia dare un’immagine differente è proprio la volontà politica che manca.
Sin dallo scorso novembre il Sindacato ha richiesto la reale applicazione della clausola sociale, ha manifestato con i propri dipendenti, ha simbolicamente occupato il Comune.
Si deve considerare inoltre che quando il redattore della nota comunale afferma che “i quattro dipendenti ex Cerin… hanno perso il proprio posto di lavoro” questi 4 lavoratori, di fatto, per tutto il mese di gennaio hanno continuato ad operare all’interno del Comune “per predisporre il passaggio di cantiere”.
Passando al merito della proposta, quest’ultima potrà trovare accoglimento laddove venga modificata nei modi e termini che seguono:
I quattro lavoratori potranno essere ricollocati nell’ambito dei Servizi Comunali, rispettando ogni singola professionalità;
Non potranno essere loro assegnati contratti simbolici;
Non sarà possibile applicare il Jobs Act ( nello specifico è inammissibile un contratto a tutele crescenti e che preveda un periodo di prova);
Le maggiorazioni di entrata, già riscontrate in questi giorni per il mese di gennaio, che produrranno un incremento del 20% sulla base d’asta (si è detto che la
verifica si terrà entro il mese di marzo) entro il 31 marzo p.v. andranno ad accrescere i 4 contratti sino a farli divenire full time;
Non ci saranno assegnazioni ad incarichi non rispondenti alle rispettive professionalità acquisite (altrimenti definito rispetto del livello contrattuale e
retributivo).
Restiamo in attesa di urgente riscontro.
Il Segretario Generale CGIL Brindisi Michela Almiento
Il Segretario Generale FP CGIL Brindisi Antonio Macchia