Con gli ex dipendenti che sono ancora fuori dal castello a protestare, Cerin continua a infuocare il clima politico – già di per sé caldo – di Francavilla Fontana. Da una parte il sindaco Maurizio Bruno che, a suo modo, si toglie qualche sassolino dalla scarpa; dall’altra, i suoi avversari politici che gridano alla disonestà intellettuale. Il nuovo casus belli – politico, s’intende – è stato innescato dall’arresto degli amministratori di fatto (Giuseppe e Mario Colapinto, padre e figlio di 62 e 35 anni) della società che, fino al 31 dicembre 2015, ha gestito anche per conto del Comune della Città degli Imperiali una consistente fetta dei servizi nella titolarità dell’Ufficio ributi (riscossioni, affissioni, defissioni, ecc.).
Questo quanto scritto dal primo cittadino sul suo profilo fb: «Hanno arrestato questa mattina gli amministratori della Cerin. Sì, la società a cui 5 anni fa l’amministrazione di centrodestra affidò l’incarico di riscuotere le tasse dei francavillesi. Sì, quella. A quanto pare si sarebbero intascati milioni di euro dei cittadini. Sui dipendenti della Cerin certi politici (molti che hanno cercato di rifarsi una verginità a mie spese) hanno quasi fatto cadere la mia amministrazione, su quella storia mi hanno massacrato per mesi, insultato, ingiuriato, delegittimato ogni giorno. Ma il tempo ha dato le sue risposte. Il tempo è galantuomo. Ma chissà se altri galantuomini da oggi avranno almeno la decenza ora di provare una cosa che non hanno mai provato prima: la vergogna».
Così, invece, il capogruppo di Rifondazione comunista Emanuele Modugno (in maggioranza proprio fino al caso del bando ex Cerin): «La coscienza sporca porta a mistificare, noi difendiamo gli operai non gli imprenditori».
Reazioni anche dal centrodestra. Il consigliere comunale di Progetto per l’Italia e già senatore Euprepio Curto ha commentato: «Arrestati gli Amministratori della Cerin? Vuol dire che avevamo visto giusto quando, al di là delle critiche sul nuovo bando, avevamo chiesto all’A.C. di fare luce sulle eventuali violazioni contrattuali proprio della Cerin. Questa vicenda sia di lezione per chi si ostina a non volere fare luce su altre vicende ugualmente inquietanti!»
E, ancora, il consigliere comunale di Idea per Francavilla, Domenico Attanasi, si è espresso così: «L’arresto degli amministratori della Cerin non ha concettualmente nulla a che vedere con la tutela dei suoi lavoratori e con la sacrosanta pretesa che gli stessi conservino il loro posto di lavoro mediante riassorbimento da parte della impresa subentrante. Chiunque confonda le due cose o è profondamente ignorante o è vergognosamente in malafede».
Questo poi il parere della neoconsigliera di Forza Italia Imma Sara Milone: «Apprendo di proclami in stile campagna elettorale da parte di taluni di taluni in merito alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto la società Cerin nella giornata odierna. Una cosa mi sento di dire, anzi due. La strumentazione che il sindaco ha messo in atto non può che rappresentare la poca conoscenza della faccenda che esula assolutamente dalla tutela delle unità lavorative che da settimane aspettano risposte serie e concrete in relazione agli intendimenti della Amministrazione. Altro che steumentalizzati loro, ad essere strumentalizzata è la intelligenza di coloro i quali leggono tali dichiarazioni, non veritiere e del tutto infondate. In secondo luogo, ma davvero si vuol far di Francavilla una comunità di sprovveduti ed inetti, incapaci di conoscere la verità dei fatti? Ma davvero la nostra città è così meritevole di essere luogo in cui non si tutela un posto di lavoro perché non si vogliono recepire direttive europee, ddl nazionali inerenti la oramai famosa clausola sociale? Un consiglio mi sento di darlo a chi dovrebbe essere bene attento a certe dinamiche: il lavoro va difeso nel rispetto della normativa e nella dignità dei lavoratori che non meritano mai d’essere strumento di discussioni che non hanno ragion d’essere. Strumentalizzare certe situazioni rappresenta seriamente un mancato momento di confronto che dovrebbe svolgersi nelle sedi opportune, non sulle agorà virtuali».
Sul caso non avrebbe potuto non esprimersi Sel: «La nota del Sindaco Maurizio Bruno con la quale si vuole avvicinare la vicenda giudiziaria che ha interessato i vertici della Cerin alla difesa dei lavoratori della stessa, è semplicemente vergognosa. Insidiare il dubbio di un coinvolgimento dei lavoratori e di chi li ha difesi con gli arresti dei dirigenti di quella società, significa mistificare la realtà. Nella migliore delle ipotesi può derivare dal fatto che il Sindaco non ha compreso nemmeno quello che è successo. Nella peggiore, la sua è pura malafede tesa a raggirare l’opinione pubblica. In merito al bando di gara per l’affiancamento al Comune nell’attività di accertamento e riscossione dei tributi, Sel ha sempre avuto una sola posizione: ritiro del bando per potenziale illegittimità e per la mancata tutela dell’attuale livello occupazionale e pubblicazione di un nuovo bando con l’assegnazione di maggiori servizi alla società aggiudicataria. Infine, contrariamente a quanto affermato in maniera spudorata e vergognosa anche dal consigliere Camarda, con il ritiro del bando nessun danno sarebbe stato arrecato al servizio e alla collettività. Questo è comprovato dal fatto che, nelle more dell’espletamento della nuova gara, il Comune stesso ha comunicato che i relativi tributi andavano corrisposti direttamente agli uffici competenti. Quindi in nessuna circostanza vi è stata difesa della Cerin o volontà di favorire, sia pure indirettamente, eventuali proroghe del servizio in favore della stessa società. Piuttosto lascia perplessi il ritardo nei tempi di espletamento e definizione della nuova gara».