Dieci domande scomode al neoassessore Galiano

luigi galiano

di Eliseo Zanzarelli

A qualche giorno da un’investitura di cui si vociferava da tempo, abbiamo deciso di rivolgere dieci domande scomode al neoassessore Luigi Galiano che, insieme con il partito di cui è espressione (Area popolare – Nuovo centrodestra) è entrato a far parte della cosiddetta amministrazione Bruno-bis, dando vita a quel Modello Francavilla che sembra figlio del Laboratorio Brindisi, datato 2009 e riconducibile all’ex presidente della Provincia Massimo Ferrarese, di cui già Galiano faceva parte da candidato sindaco centrista – ma all’epoca senza Partito democratico – nella Città degli Imperiali.

1) Galiano, dopo tanto provarci e tanto peregrinare, finalmente ce l’ha fatta: come si sente da quando è ufficialmente assessore? In passato e anche nei giorni scorsi in fondo lo è stato diverse volte, ma sempre in pectore. Oggi invece è tutto vero…

Come ho già detto, è stata un’emozione grandissima e una grande soddisfazione che mi ripaga, seppure in parte, dei tanti sacrifici fatti nel corso degli anni. Allo stesso tempo, però, so di avere una grande responsabilità perché devo dare risposte alla tanta gente che dal 2006 mi gratifica sommergendomi di voti.

2) Com’è stato passare dalle fila di Alleanza Nazionale – perché lei non ha mai rinnegato le sue origini di destra – all’alleanza con il Partito democratico, nel quale ci sono tuttora, sia a Francavilla che altrove, gli ex Pci?

Come dice lei, appunto, in questa amministrazione siamo quasi tutti ex di qua e di là. Io penso che il Sindaco Bruno sia riuscito a realizzare quell’ambizioso progetto di vedere insieme le migliori forze moderate del centrodestra e del centrosinistra. Insomma, Renzi docet e Maurizio è notoriamente un “renziano” della prima ora.

3) Ma è vero che era tutto già scritto da 18 mesi? Cioè, voi o parte di voi (Ncd, intendo) sostenevate al primo turno Domenico Attanasi e al secondo Maurizio Bruno?

Io dico che questo progetto era già in cantiere nel novembre 2013, quando il nostro gruppo, con il segretario Mimmo Bianco, sottoscrisse il cosiddetto patto del cambiamento. Poi, per motivi che sfuggirono alla nostra disponibilità, saltò tutto. Nel 2014 sostenemmo lealmente Attanasi sempre con un progetto di centro moderato. Al secondo turno, invece, molti di noi votarono “ovviamente” Maurizio Bruno perché, comunque, il progetto era quello di mandare a casa la vecchia politica e di rinnovare interamente la classe dirigente.

4) Lei in Consiglio comunale non ha votato la mozione presentata da Sel e Rifondazione sul bando ex Cerin perché, ha detto, mai avrebbe potuto fare propria una mozione della sinistra. Ma fino alla fine ha rischiato di ritrovarsi Sel in quella che oggi è anche la sua giunta. Come si sarebbe comportato in tal caso? Senza contare che il suo vicesindaco è Concetta Somma, una figura che non proviene propriamente da un’area moderata…

Oggi posso con orgoglio rivendicare la legittimità di quel voto contro un provvedimento a firma di R.C. e SEL. Non nascondo che se SEL fosse rimasta in giunta avrei avuto qualche imbarazzo anche se, comunque, molto responsabilmente non avrei mai mandato a casa l’amministrazione perché la città ha bisogno di essere governata perbene e non di altre votazioni. La fascia di vicesindaco? Si, mi sarebbe piaciuta e so che sarebbe piaciuta anche a molti cittadini. Ritengo, però, che in alcune occasioni sia necessario responsabilmente mettere da parte le proprie, seppure legittime, ambizioni personali.

5) Secondo lei, obiettivamente, cosa Ap-Ncd può portare di nuovo o di bello e utile a questa amministrazione e, soprattutto, alla città?

Ap-Ncd con i suoi uomini porta ulteriori competenze, entusiasmo e dinamismo a questa amministrazione. Dobbiamo dimostrare alla città che si può amministrare perbene al di là delle sigle di partito.

6) Entrando un po’ più nello specifico delle sue competenze, cosa si propone di realizzare con le sue deleghe, su tutte quella alle Attività produttive?

C’è sicuramente tanto da lavorare. Nel settore delle Attività produttive non si può prescindere dal porre in essere tutte le condizioni possibili per mettere agli imprenditori, gli artigiani e i commercianti di lavorare perbene e di poter creare posti di lavoro. La priorità è l’approvazione del Piano Commerciale che è fermo al 2007.

7) Qual è il suo rapporto con i consiglieri che, di fatto, la supporteranno? E cioè Giuseppe Cavallo, Dario Mancino e principalmente Oronzo Incalza? A quest’ultimo proposito anche lei #staconoronzoincalza?

Ho un ottimo rapporto con i consiglieri comunali di Ap-Ncd, con i quali condivido un percorso politico ormai da diversi anni (Cavallo e Mancino). Anche con Incalza c’è un buon rapporto, pur conoscendolo meno. A tal proposito, posso con fermezza dire che Ap-Ncd sta con Incalza, mentre lui deve dire con altrettanta chiarezza e lealtà con chi sta oggi.

8) Lei conosce bene, per averli frequentati nel corso degli anni e per averci condiviso una parte del suo percorso umano e politico, gli esponenti di quel centrodestra oggi all’opposizione. Un parere sulla loro ritrovata unità d’intenti? Chi teme di più? Uccio, Gino o qualche emergente?

Sono entrambi politici preparati, competenti e di grande esperienza. Gino è certamente più “guascone” (d’altronde, è un berlusconiano doc), mentre Uccio ama avere un profilo più istituzionale. Non li temo (non l’ho mai fatto in passato, figuriamoci oggi), ma li rispetto molto sia sotto il profilo personale che politico. La loro “ritrovata unità d’intenti” forse consentirà la riunione del centrodestra che, però, proprio loro hanno distrutto in città ed in provincia.

9) Domenico Attanasi, che Ncd appoggiava, sarebbe stato un buon sindaco?

Prima di pensare di essere un buon sindaco, occorrerebbe preoccuparsi di essere un buon candidato sindaco.

10) Ma è vero che il consigliere comunale, e suo grande amico, Antonio Andrisano – un po’ critico in Forza Italia – potrebbe un domani darvi manforte? Lei si candiderebbe in un’ipotetica lista “Andiamo Avanti” qualora dovesse chiederglielo per favore o a titolo di amicizia?

Io mi auguro che Antonio un domani possa dar vita alla lista “Andiamo Avanti” per dare ulteriore sostanza in termini di qualità e quantità al nostro progetto. Una cosa è certa: lui sa bene che se vuole veramente “andare avanti” non può certo restare lì dov’è perché, addirittura, rischierebbe di “andare indietro”.

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