Bax sul “caso” Monti: «Oritani, gente ospitale: vocazione turistica fuori dal comune… di Oria»

oria castello

di Girolamo Bax

Va bene, il messaggio è chiaro. Monti è un delinquente, un farabutto, un ladro. Tutti avrebbero voluto sputargli in faccia. Se fosse passato da un qualunque negozio di Oria, purtroppo tutti chiusi, nessuno lo avrebbe accolto. “Pussa via, non te le vendo 10 stufe a pellet”; “‘zza, non ti la lavu la machina, no ssi mancu cantante”; “ladro, vai a Ceglie a comprarti li fichi cucchiati”.

Dati i risultati elettorali del territorio che è solito premiare i partiti tradizionali e chi campa di politica da generazioni, sinceramente tutta questa verve, questa voglia di rivoluzione, questa rabbia, questo desiderio di cambiamento mi è piaciuto. Come però diceva mio zio, allo sciogliersi della neve escono gli “xxxxxx”. E così, tutti questi incazzati, li voglio vedere alle prossime elezioni come esprimeranno il loro voto: esprimeranno il dissenso e il cambiamento oppure le loro preferenze andranno ai soliti noti per un marciapiede o un fantomatico immaginario posto al redivivo macello?

Il punto, purtroppo, non era se Monti fosse un ladro o meno, un farabutto o un delinquente massone e fascista di merda con quell’aria da professorino che si è sodomizzato tutti (sto sintetizzando i commenti del 97% degli utenti facebook degli ultimi 3 giorni). Il punto era un altro.

Il punto fondamentale era che un ex presidente del Consiglio aveva scelto Oria per trascorrere una giornata delle sue vacanze natalizie. Il punto era che il professor Monti, che come tutti gli opinion leader ha la sua agenda bloccata per i prossimi 4 anni, che ha una segretaria espressamente dedicata a rifiutare garbatamente gli inviti che riceve per presenziare a mostre, inaugurazioni, visitate guidate, sagre, processioni, premi, vacanze premio, vacanze studio, vacanze al mare, in montagna e al lago, in barca ed in elicottero, a workshop sulla rana e sulla fava … il professor-senator-massone-bilderberghiano Monti, a cui servirebbe un anno fatto di 1000 giorni di vacanza per accontentare una esigua percentuale degli assessori al turismo che lo invitano per un caffè nella propria città, Lui, “’sto pezzo di merda”, aveva scelto proprio Oria. Pensate che testa di cazzo.

Pensate che testa di cazzo, non lui , ma noi, noi Oritani. Pensate quanto siamo idioti nel non saper cogliere le occasioni. Tutto adesso l’orgoglio. Di colpo siamo diventati tutti di un pezzo. Mi spezzo ma non mi piego.
Dai, finiamola. Abbiamo perso l’ennesima occasione. Ci piace riempirci la bocca della parola “turismo”. Ci piace tanto la parola “turismo”che tutti i candidati sindaci ce la ‘ncuzzettano ad ogni tornata elettorale. Se il turismo a Oria non parte, se piazza Manfredi ha bisogno di 4 anni per essere ripavimentata, se San Domenico non sarà riaperta prima dei prossimi 5 anni, è ovviamente colpa del sindaco di turno. Quando però arriva il momento che ognuno di noi faccia qualcosa per rendere accogliente e unica la nostra città, diamo il meglio di noi per far scappare la gente e non farla tornare mai più.

Se fossimo stati un po’ meno fessi, un po’ lungimiranti, un po’ umili, un po’ commerciali, dal primo all’ultimo, le cose sarebbero potute andare diversamente. A saperlo prima avremmo pulito la città (se non lo avesse fatto la Monteco avremmo dovuto prendere la scopa e dedicare 5 minuti davanti alla porta delle nostre case); avremmo dovuto tirare fuori la crasta chiu bedda ca tinumu intra casa (per poi rimetterla in casa dopo 5 minuti); avremmo dovuto lasciare l’uscio di casa semi-aperto affinché il senatore al passaggio avesse visto la nonna che per l’occasione sta facia li pizzarieddi; avremmo tolto le auto dalla piazza; avremmo chiesto ai ragazzi di Laboratoria di inventarsi uno “uertu” invernale in un strategico punto del centro dove giusto per caso avremmo fatto passare Monti; al bar Carone avremmo fatto tirare fuori i tavoli vintage e avremmo messo i bambini ad inzupparsi la “scarpetta”; sul sagrato della cattedrale avremmo dovuto mettere i Milites in accampamento e in Piazza Lama ci saremmo inventati un torneo di sbandieratori, quelli che “sbandierano sempre” e giusto l’uno di gennaio non hanno sbandierato.

Sarebbe successo che Monti ne avrebbe parlato in giro. Che le foto delle scarpette, dei Milites e degli sbandieratori sarebbero state taggate e twittate su tutti i social network del mondo. Al giornalista del Corriere della Sera o di Repubblica, alla domanda “dove ha trascorso il primo giorno dell’anno?”, Monti avrebbe detto nella meravigliosa Oria. Al prossimo raduno Bilderberg a Davos, Monti avrebbe raccontato ai suoi colleghi massoni delle scarpette e di li pizzarieddi di Oria e siccome a Davos ci arrivano tutti con i loro jet personali, magari qualcuno di loro ci avrebbe fatto una puntatina atterrando al campo dell’aviazione della via di Manduria, perché si sa, i ricchi sono anche un po’ stravaganti. Forse la voce si sarebbe sparsa e tutti avrebbero fatto a gara a venire a Oria per mangiare il vermicello allo scorfano del Fuori Porta, gli strozzapreti in crosta della Corona del Re, il local food dell’Intramoenia. Se ha funzionato per Ostuni che ricevette in visita Franco Tatò e Umberto Veonesi, se ha funzionato per Ceglie dove Cesare Fiorio ha comprato casa, immaginate cosa sarebbe potuto accadere ad Oria con un ex presidente del Consiglio che decide di trascorrere qui il suo primo giorno del 2016.

Come invece è andata probabilmente a finire?
“Driiin”, “driiin”. “Ciao, Bruno (Vespa)”. “Ciao, Mario (Monti), buon 2016.

Vespa: “Allora, come è andata? Hai provato il tagliolino allo scorfano di Mamma Rita? Oria era bella? Questa masseria ce la compriamo?”

Monti: Grazie Bruno, ospitalità del Signor Traballero e suo figlio fuori dal comune. Non c’era lo scorfano fresco, sai il primo dell’anno è un po’ difficile, ma abbiamo ripiegato sui cardocelli. Quanto alla masseria mi tengo la casa a Capri. Li siamo tutti “delinquenti”, ma nonostante questo ci trattano tutti bene e ci fanno pubblicità sui social network. A Oria invece una banda di zotici. Ti lascio, devo subito avvisare Massimo (D’Alema) che in serata voleva andare a cena al Fuori Porta. Meglio lasciar perdere.

PS: la prossima volta che decidete di dare libero sfogo al vostro indice sulle vostre tastiere, assicuratevi di essere connessi anche con il cervello, oltre che con il wi-fi.
PPS: complimenti alla famiglia De Taranto (Traballero, per i pochi amici rimasti).

PPPS: chiedo venia per il linguaggio colorito, l’ho impiegato solo per essere all’altezza.

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