Strappo nella maggioranza durante il Consiglio comunale: si cambia già oggi?

Il Consiglio comunale di Francavilla Fontana
Il Consiglio comunale di Francavilla Fontana

Qualcuno agognava una rivoluzione gentile – senza feriti, prigionieri e morti, ovviamente politici – ma alla fine dovrà semplicemente accontentarsi di una rivoluzione e basta, con tutte le conseguenze negative (o positive, a seconda dei punti di vista) del caso. Già da quest’oggi, l’amministrazione comunale potrebbe cambiare veste e colori: via la sinistra, tanto per cominciare. Qualcosa nel centrosinistra insomma si è rotto, e quel qualcosa non è il centro.

Il Consiglio comunale di ieri e soprattutto il suo esito potrebbero costituire un punto di non ritorno a quella coalizione che, stranamente unita e con a capo Maurizio Bruno, esattamente 18 mesi fa riuscì nell’impresa di conquistare, a seguito di “enne” anni, un baluardo del centrodestra qual era castello Imperiali.

Ma ora, dopo lo strappo consumatosi nelle assise sulla questione ex Cerin, un Nuovo centrodestra potrebbe entrare in giunta dalla porta principale.

La rivoluzione gentile di Sinistra ecologia libertà e Rifondazione comunista, dunque, contro quella aspra, asperrima del sindaco, che alla vigilia aveva annunciato cose del genere: se quella mozione (sul ritiro del bando per sostituire Cerin) non sparisce, mi regolerò di conseguenza. Scenario adesso molto attuale.

Già, perché non solo la mozione è rimasta in piedi, ma vendoliani e rifondaroli hanno dato fieramente battaglia fino all’ultimo, insolitamente (sebbene con i dovuti “distinguo”) al fianco di buona parte di quello stesso centrodestra pure avversato per tanti lustri.

No, alla fine la sinistra non ha votato le mozioni del centrodestra. Sì, alla fine il centrodestra – Forza Italia, La Puglia prima di tutto, Progetto per l’Italia e Idea per Francavilla – ha votato, nel nome di principi definiti superiori alle ideologie, la mozione presentata dalle sinistre.

Tutti compatti meno che uno: Luigi Galiano (Ncd) grazie al cui voto ha prevalso, sempre alla fine, la linea-Bruno in difesa del bando così com’era, così com’è: 12 voti a 11, compreso quello del consigliere democratico Angelo Di Noi, e palla al centro. Si ricomincia forse da capo.

Ma qual era, in fondo, l’oggetto del contendere? Non solo, ma principalmente la clausola di salvaguardia sociale. Quella frasetta che, inserita a dovere nel bando, avrebbe cioè imposto al nuovo gestore del servizio di supporto nella gestione dei tributi minori l’assorbimento automatico di tutti gli ex dipendenti Cerin e già Multiservizi. Una frasetta che in realtà nel bando c’è anche, ma che, a dire dei contestatori bipartisan di ieri, è piuttosto blanda e consentirebbe al datore di disfarsi con una certa facilità della manodopera preesistente.

La partita si è giocata sostanzialmente su questo, e l’ha avuta vinta il primo cittadino, sostenuto dallo zoccolo duro del suo partito, il Partito democratico, da Noi ci siamo e da Ncd. O, meglio, dal consigliere Galiano.

Quest’ultimo, contattato subito dopo la votazione, ha spiegato così le ragioni della sua scelta, che – assicura – è stata una scelta squisitamente politica: «Rifondazione e Sel non avrebbero legittimamente mai votato la nostra mozione, quindi io ho fatto altrettanto: mentre gli altri hanno preferito ritirare le mozioni del centrodestra e votare con la sinistra, io sono stato l’unico coerente e non ho votato con Sel e Rifondazione».

Sel e Rifondazione, appunto. Sono i due partiti ora a rischio epurazione. Salva la posizione della presidente delle assise Maria Passaro, che non è facilmente rimovibile, potrebbero dover fare le valigie e abbandonare l’esecutivo gli assessori Gerardo Trisolino (anche vicesindaco) e Stefano Voccoli. A rischio anche Roberta Lopalco, tecnicamente un’esterna poi però confluita (e candidata alle scorse regionali) proprio in Sel. Dopo la votazione, inoltre, Bruno avrebbe detto candidamente a Di Noi: «La prossima volta sei pregato di sederti dall’altra parte».

Qualora questo disegno rivoluzionario – non gentile, rivoluzionario e basta – dovesse effettivamente compiersi, non è ancora dato sapere chi e quando prenderebbe il loro posto. Ma lo si può tranquillamente immaginare…

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