Cittadini “fregati” dalle banche anche a Francavilla: hanno perso i risparmi di una vita

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Risparmiatori, piccoli risparmiatori gabbati dalle banche anche a Francavilla Fontana.

«Giorno dopo giorno, divengono sempre più numerose le segnalazioni di piccoli risparmiatori traditi da Veneto Banca». Lo dichiara l’avvocato Marina della Corte, presidente dell’Unione nazionale consumatori – delegazione di Francavilla Fontana.
«La situazione si mostra in tutta la sua drammaticità: tra i risparmiatori traditi ve ne sono sia alcuni che riferiscono di essere stati praticamente costretti dalle banche ad acquistare le azioni Veneto Banca pur di ottenere un mutuo o un affidamento sia altri ai quali non è stato spiegato che si trattava di titoli illiquidi e che, dunque, al momento del bisogno, non sarebbero riusciti a rivendere. Tutti i risparmiatori coinvolti asseriscono di essere stati sollecitati dai funzionari dell’istituto di credito all’acquisto e invogliati dalle ampie rassicurazioni sulla bontà dell’investimento proposto».

L'avvocato Marina della Corte, responsabile Unione Nazionale Consumatori per la provincia di Brindisi
L’avvocato Marina della Corte, presidente Unione Nazionale Consumatori – delegazione di Francavilla Fontana

«Tra essi – prosegue della Corte – segnalo i signori C. N. e P.L., cittadini ultrasettantenni francavillesi, dichiaratisi addirittura ignari di aver acquistato delle azioni perché, in sede di sottoscrizione, è stato loro presentato un piano di accumulo a capitale garantito in cui custodire i risparmi di una vita. L’amara scoperta è giunta solo pochi giorni fa quando si sono rivolti ai nostri sportelli allarmati per aver richiesto – e chiaramente non ottenuto – una parziale restituzione della somma accantonata al fine di pagare costose cure mediche…»

«Tutte queste queste storie – continua l’avvocato – hanno inevitabilmente un unico tragico comune denominatore: la perdita secca per i soci pari a circa l’81,5% del capitale investito. Inevitabile, dunque, l’effetto boomerang di danneggiare ulteriormente tutte quelle persone che nella banca avevano creduto investendo i propri averi: a questi risparmiatori resta poco altro, tanto più che la ricapitalizzazione di Veneto Banca è ormai cosa fatta e se non vogliono o non possono investire altri soldi nella banca, le loro quote sono destinate a svalutarsi ulteriormente».

Le associazioni di categoria stanno vagliando le possibili soluzioni percorribili al fine di tutelare il risparmio dei soci così come prevede la Costituzione, pur nella triste consapevolezza della deludente attività degli organi di controllo. «Indubbiamente – aggiunge la presidente Unc – non posso esimermi dal puntare il dito contro gli enti di vigilanza in quanto: se è anche vero che alle banche va contestata la gestione dissennata del risparmio, d’altra parte non si comprende che tipo di vigilanza abbiano svolto la Consob e la Banca d’Italia che, in tale situazione, si sono mostrate completamente incapaci a svolgere il ruolo cui sono chiamate».

«Il mio accorato appello” – conclude la presidente Unc –  è quello di rivolgersi in massa alle associazioni di categoria che valuteranno caso per caso la più opportuna azione da intraprendere».

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