L’opinione di Bax: «L’Ente Fiera è morto, viva l’Ente Fiera! Senza i privati nessun futuro»

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fiera ascensione francavilla

di Girolamo Bax

Era ora. Finalmente. Anche l’Ente Fiera Mostra di Francavilla Fontana sarà liquidata. Una misera fiera di paese che non interessava a nessun operatore ecomomico, più che altro ridotta a uno squallido lunapark e qualche espositore naif che avrebbe fatto meglio a bruciarli i propri soldi, almeno si riscaldava, anziché perderli per affittare dei loculi cadenti e non a norma.

Il mondo è cambiato, le campionarie non funzionano più, lo sa perfino quel furbone di Renzi, che ha preferito boicottare l’ultima campionaria di Bari per la finale di Flushing Meadows Pennetta-Vinci. Anche se, a questo giro, Renzi è arrivato un po’ in ritardo perché la campionaria di Francavilla Fontana i nostri politici la boicottavano oramai da tempo. Se l’importanza di una Fiera la si misura il giorno dell’inaugurazione, Francavilla era da decenni alla frutta.

Basti pensare che addirittura il mediatico Presidente Ferrarese preferì boicottare le inaugurazioni della campionaria di Francavilla Fontana durante la sua permanenza alla Provincia di Brindisi rinunciando, a malincuore, a qualche fotografia sui giornali locali e nazionali, pur di non associare la sua popolarità alla decadente Fiera Mostra dell’Ascensione. Diciamo, per la gioia di Vitali, che Ferrarese, in questo caso, è stato un precursore, il maestro di Renzi, quanto a presenze alle campionarie.

Ma diciamocela tutta. Non è colpa di nessuno. Nessuno avrebbe potuto fare nulla per salvare la Fiera dell’Ascensione. Né Vitali, né Curto, né Ferrarese, né Bruno. Avremmo solo potuto allungarle di qualche anno la vita, avremmo potuto elaborare un diverso piano industriale, abbandonare la fiera campionaria per specializzarci in fiere di settore che puntassero ad agricoltura, enogastronomia, formazione per il nostro 70 per cento di giovani disoccupati. Ma non sarebbe stato sufficiente. La fiera di Francavilla oltre a essersi imbattuta in una crisi che ha colpito tutte le Fiere di paese del mondo necessitava anche di adeguamenti strutturali e logistici. Servivano degli immobili adeguati; non bastava mettere a norma quel susseguirsi di loculi. Andavano rottamati, ripensati e costruiti dei veri padiglioni che fossero efficienti, che fossero cablati, che fossero adeguati per ospitare degli operatori economici che non si sarebbero dovuti vergognare di invitare i propri clienti a visitare i propri stand, nella fiera di Francavilla.

Ma non sarebbe bastato perché se si fossero fatti investimenti in padiglioni moderni ed efficienti si sarebbe poi dovuto fare un investimento in logistica. La Fiera di Francavilla è un’aerea schiacciata tra il paese da un lato e la ferrovia dall’altro. Se avessimo voluto mantenere quell’area andavano ripensati gli accessi e i parcheggi da estendere oltre la ferrovia mediante un sottopasso. Andava concepito un passaggio sotto i binari a Francavilla, giusto a Francavilla dove si sono dimenticati di inserire il ponte là dove la circonvallazione Brindisi Taranto si ricongiunge alla bretella Oria-Carosino-Grottaglie.

Dai, diciamocela tutta, non c’era più alcuna speranza perché anche ad averli tutti questi soldi sarebbe stato più intelligente andare a realizzare la fiera da qualche altra parte. Oramai il mondo è cambiato, non è più tempo di fiere. Se cominciassimo oggi a pensare alla nuova Fiera di Francavilla e fossimo bravi e fortunati, la nuova fiera ce l’avremmo tra 10 anni. Ma fra dieci anni chissà se ci saranno ancora le fiere.

Si pone il problema di cosa fare oggi e la storia della Fiera mi fa un po’ pensare a quella delle privatizzazioni delle aziende pubbliche italiane. Privatizziamo per abbattere il debito pubblico ma, nonostante le privatizzazioni, il debito pubblico aumenta sempre di più. Che faremo allora a Francavilla con questi bendidio edificabile in pieno centro? Privatizziamo anche noi?

Ho letto che il sindaco Bruno assieme all’assessore regionale Capone avrebbe qualche idea. Ho letto che il senatore Curto è preoccupato che si voglia agevolare qualche speculatore trasversale di un altro paese! Chissà con chi ce l’ha. Leggo un comunicato congiunto di due consiglieri comunali che si rendono disponibili a mettere il loro sapere a disposizione di Bruno e che i loculi di via Mulini non sono del Comune, confidando sul fatto che l’Ufficio Tecnico di Francavilla non abbia la dovuta competenza per dire di chi sarebbe la proprietà dei loculi.

Da cittadino mi auguro che il sindaco Bruno faccia un passo indietro rispetto a quanto elaborato assieme all’assessore Capone, ascolti i consigli del duo Galiano-Andrisano e faccia attenzione anche alle dritte del Senatore Curto. Poi, però, il Sindaco Bruno faccia una cosa seria: lanci un concorso di idee da sottoporre alla valutazione di una commissione competente fatta da urbanisti, sociologi, architetti e pensi già da subito di dedicare una parte dell’area all’edilizia privata, ossia agli “speculatori”, senza i quali e senza un serio ed intelligente accordo di programma non sarà possibile realizzare la parte pubblica delle strutture, il verde pubblico, i parcheggi pubblici, perché nessuno dimentichi che non ci sono più soldi e il patto di stabilità regna sovrano.

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