Lo scambio di coppie non ha nulla a che vedere con la prostituzione: lo ha stabilito il giudice del Tribunale di Brindisi, Vittorio Testi, assolvendo per insussistenza del fatto Carlo Saracino, presidente di un noto club situato tra Francavilla e Ceglie. Per lui e per i suoi collaboratori il pm Raffaele Casto aveva chiesto la condanna a cinque anni di reclusione.
Il processo, svoltosi per evidenti ragioni d’opportunità a porte chiuse è durato tre anni ed era scattato dopo una articolata indagine condotta dagli investigatori del commissariato di Ostuni.
Saracino, insieme ai suoi collaboratori Antonia Micelli e Fabrizio Tondo, era accusato di aver favorito la prostituzione presso il “Ritrovo” di una donna che veniva pagata 300 euro a serata. In sostanza, secondo l’accusa, la donna frequentava il locale in compagnia di Tondo fingendo di essere la sua compagna per “vivacizzare” le serate degli scambisti.
Il club “Il ritrovo” è noto a livello nazionale nell’articolato circuito riservato a locali per scambisti e Carlo Saracino, difeso dall’avvocato Massimo Manfreda e dall’avvocato Antonio Andrisano, è il presidente nazionale di FederClubEuropa, associazione che appunto raggruppa una serie di locali notturni di tutto il continente.
Secondo l’accusa invece il locale di Ceglie Messapica e lo scambismo erano solo un paravento per agevolare la prostituzione. La difesa, che ha parlato di “processo alla libertà sessuale”, ha avuto ragione dimostrando l’insussistenza dell’ipotesi accusatoria e che non esisteva alcuna prova di meretricio ma solo di una totale e inattaccabile (giuridicamente) libertà di costumi.
Il giudice Testi ha accolto la difesa respingendo le richieste del pubblico ministero e mandando tutti assolti.