C’era persino una donna di 80 anni che, per aiutare suo figlio e contribuire a salvaguardare l’economia familiare, ha nascosto le armi nel materasso. L’anziana, arrestata e poi rimessa in libertà, si era anche specializzata nello smontare pistole e fucili prima di riporle nel singolare nascondiglio. Un gioco delle coppie – ben quattro finite nei guai – finalizzato soprattutto al traffico di droga: conversazioni telefoniche ridotte al minimo e carichi di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente dall’estero, in particolare dalla Germania. Pagamento cash di 36mila euro al chilo e poi trasporto in Puglia dove quella stessa cocaina era smerciata a un prezzo fino a 20 volte superiore.
Tanto per fare un esempio: i 40 chili sequestrati il primo agosto al 51enne Francesco Trisolini e alla moglie Johanna Theodora Patricicia Van Heel, olandese di 43 anni, sono stati acquistati per 1.440.000 euro, ma avrebbe potuto fruttare 28.800.000 euro. Nonostante quell’esborso particolarmente oneroso, nella disponibilità degli indagati sono comunque stati trovati 403mila euro in contanti: erano celati in alcuni bidoni sotto un pollaio (dotato di un allarme volumetrico tipo quelli dei musei) in campagna da una coppia di amici. La logica delle coppie è ricorrente, così come il concetto di famiglia sull’asse Oria-Torchiarolo. Basti pensare che spesso, per caricare e scaricare la droga, sarebbero stati impiegati anche i figli teen-ager di alcuni tra gli indagati.
Un’impresa criminale a conduzione familiare, ma non per questo “casereccia”. Tutt’altro. Molta attenzione e persino apparecchiature sofisticate, tra le quali una macchinetta conta-soldi e un disturbatore di frequenze per ostacolare le intercettazioni ambientali delle forze dell’ordine, garantivano una relativa tranquillità. Basti pensare che coloro i quali si spostavano per l’Italia non portavano con sé il cellulare, così i carabinieri del comando provinciale di Brindisi, guidati dal colonnello Nicola Conforti, e i colleghi della compagnia di Francavilla Fontana, coordinati dal capitano Nicola Maggio e dal tenente Roberto Rampino, perdevano spesso le persone sottoposte a intercettazione telefonica. Ciò che ha consentito di comporre in poco tempo – appena cinque mesi – un mosaico piuttosto complesso sono stati soprattutto i filmati posizionati in tutti i punti ritenuti d’interesse dallo scorso maggio, quando un quantitativo di droga era stato scovato e sequestrato all’interno di un’abitazione nel centro di Oria. Solo che anche gli indagati disponevano di telecamere piccole, sofisticate e ben nascoste.
Oltre che, ovviamente, di alcune armi: tre pistole e due fucili a un certo punto – con le indagini in corso – affidati alla donna di 80 anni, che si è prestata volentieri al gioco. Ruolo importante era poi quello delle donne, come appunto l’olandese Van Heel: arrestata lo scorso agosto insieme con il marito, era stata poi scarcerata dopo che Trisolini si era accollato ogni responsabilità. Nel corso delle indagini, però, è emerso che sia lei che le altre donne arrestate avevano eccome la loro importanza nella cinghia di trasmissione di compiti e nella gestione degli affari. Questo emerge, tra le altre cose, dalle 15 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Brindisi dietro richiesta della Procura ed eseguite stamane tra il Brindisino e Bologna dal personale dell’Arma.
Le accuse sono di traffico e detenzione in concorso ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, ricettazione e rapina in abitazione privata.
Qui sotto le foto degli arrestati, in attesa di poter pubblicarne di più nitide (con anche nomi ed età degli indagati):