Tari, il ministero al Comune di Francavilla: “Annullate l’aumento”

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Il centrodestra di Francavilla Fontana aveva lanciato l’allarme già nelle scorse settimane: attenti che qui salta tutto. Dove quel tutto è l’aumento del 17 percento della Tari deliberato dal Conisglio comunale di Francavilla Fontana il 19 agosto scorso. Tardi, troppo tardi: oltre la scadenza del 30 luglio fissata dal governo. Conclusione? Per quei 19 giorni di troppo l’aumento non può essere considerato valido, e i 400mila euro previsti in bilancio grazie a quell’incremento vanno cancellati, depennati. E soprattutto: trovati in qualche altro modo, visto che non si potrà più far affidamento a quel 17 percento di Tari in più.

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Allarmismo infondato del centrodestra? A quanto pare no: il timore era più che fondato. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, tramite l’avvocatura distrettuale dello Stato, ha presentato ricorso presso il tribunale amministrativo di Lecce per ottenere proprio l’annullamento della delibera numero 33 del 19 agosto scorso che prevedeva l’aumento del 17 percento della tassa sui rifiuti. Il provvedimento è piuttosto recente, e risale allo scorso 3 novembre.

Nel ricorso, articolato in 10 pagine fitte, il Ministero elenca le ragioni per le quali quella delibera che impone a Francavilla l’innalzamento dell’aliquota dei rifiuti del 17 percento dev’essere prima sospesa e poi annulata. Ma il tutto, cogliendo fior da fiore, si riassume in un’unica motivazione: il mancato rispetto della scadenza. Le consguenze pratiche sono facilmente prevedibili. Innanzitutto i cittadini saranno chiamati a pagare meno rispetto al previsto. Pagavi 500 euro e con quell’aumento avresti dovuto sborsare 585 euro? Bene, tornerani a pagare 500 euro.

Chi il 16 ottobre scorso, non potendo vaticinare il possibile annullamento della nuova aliquota, ha già versato più del dovuto, potrà chiedere la restituzione della parte eccedente. Una bella gatta da pelare per l’Amministrazione comunale che, qualora dovesse essere accolto dal Tar il ricorso del Ministero, avrà in bilancio un buco di 400mila euro da dover tappare entro il prossimo mese. Come? Per il centrodestra non ci sono alternative a queste due: o più tasse, o meno servizi.

Ma c’è un “ma”. Un “ma” grosso quanto una casa. Dal momento che i Comuni a non aver rispetto la scadenza fissata sono in tutta Italia alcune centinaia, è probabile che la faccenda si chiuda con un nulla di fatto. Una sanatoria che non faccia pesare sulle spalle dei cittadini un banale “errore” quale è il mancato rispetto della scadenza, ed eviti ai Comuni buchi enormi da rover rattoppare. Insomma, liberi tutti. Non resta che attendere.

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