In particolare, il primo imprenditore è accusato di aver agevolato gli altri due per la presunta frode che questi avrebbero commesso nell’ambito della permuta di un immobile da adibire a deposito. Ma l’esito del Riesame potrebbe sensibilmente cambiare le carte in tavola.
Se infatti i sigilli restano – nonostante l’istanza di ottenere almeno uno “sconto” – sugli oltre sei milioni e mezzo di euro degli indagati principali, non è più così per l’altro imprenditore, nella cui disponibilità è già tornata la cifra di 304.500 euro.
In ogni caso, emerge che le posizioni della coppia di mobilieri e del commercialista da una parte e quella del terzo imprenditore appaiono nettamente separate e distinte tra loro. Il terzo imprenditore si è da subito dichiarato del tutto estraneo a ogni addebito nei suoi confronti e ha assicurato di avere, per parte sua, adempiuto tutti gli obblighi di legge nella massima trasparenza anche con riguardo alla permuta che oggi gli viene contestata.