Oria, Bax: «Siamo alle solite: che gran figuraccia con la stampa nazionale»

castello oria municipio

di Girolamo Bax

La settimana scorsa ero su un taxi a Milano, il tassista ascoltava Radio Capital, si parlava della Puglia e del Medimex, festival internazionale della musica a Bari. Interessante, mi dice il tassista, si parla di musica ma ti raccontano la Puglia. Ci vengo la prossima estate. Venga ad Oria, gli dico io.

Oria? Oggi è l’ultimo giorno di trasmissione e in una settimana non l’ho mai sentita. Dove si trova?, mi chiede.

Tra Brindisi e Taranto, gli spiego.

Il tassista mi racconta che hanno parlato di Villa Castelli e del suo asilo notturno, di Erchie ma non ricordava per cosa, di Cisternino per i trulli, della scuola di cucina a Ceglie, del vino di Manduria, ma di Oria mai.

Strano, dico io fingendomi fesso, ma ben sapendo perché Oria nessuno se la fila.

Non sarà interessante, ipotizza lui, se neanche il figlio di Piero Angela ne ha parlato…

Peccato, il tassista era un appassionato della Puglia, mi ha anche consigliato un ristorante pugliese che non conoscevo, il Mela Verde al Cimitero Monumentale. L’ho provato il giorno stesso perché la promozione funziona. Solo qui ad Oria si ha difficoltà a capirlo, il concetto della promozione.

Avevo deciso di non scrivere più nulla, ormai mi ero rassegnato. Scrivere su Oria non serve a nulla. Del resto, anche l’editore di questo giornale ha deciso di concentrare l’attenzione anche, spesso soprattutto, su altri comuni limitrofi nonostante egli e il suo giornale siano nati a Oria.

A queste latitudini, mai un significativo sussulto di un cittadino, ed io fra questi, mai una presa di coscienza da parte di chi ci dovrebbe amministrare. Eppure le cazzate che scrivo sullo Strillone non passano inosservate. Se passassero inosservate non sarebbero tra le più lette sullo Strillone. Se passassero inosservate, non ci sarebbe questo continuo cercare di scoprire chi si cela dietro la penna di Girolamo, che fortunatamente si serve solo di una penna e purtroppo continua a subire, come tutti i cittadini di Oria, il metodo del bastone in testa e della carota nel… bip.

Avevo deciso di rinunciarci, ma constatare che siamo destinati alla morte e all’oblio, verificare puntualmente che perdiamo tutte le occasioni, riscontrare che non ce la possiamo fare, mi fa rabbia.
È più forte di noi. Il treno che ci potrebbe portare su altri lidi non lo vogliamo prendere. O, meglio, i treni che porterebbero qui gli altri lidi non vogliamo farli arrivare. E quei treni in Puglia ormai arrivano tutti i giorni. In questi giorni, per esempio, in tutte le sale italiane danno solo film girati in Puglia, che parlano della Puglia, che raccontano di qualcuno che lascia l’Italia, l’Europa, il Mondo per venire in Puglia, ma mai ad Oria.

L’altro ieri, 31 ottobre, ad Oria, sono giunti 10 giornalisti, da Repubblica Viaggi ad AD, dal Giornale di Vicenza al Resto del Carlino, dalla Nazione di Firenze alla rivista distribuita su i treni Italo, che vuol dire migliaia di passeggeri giornalieri sulle tratte Napoli-Torino e Napoli-Venezia passando per Bologna e Milano.

Ogni giornalista corrispondeva per un giornale che corrispondeva (scusate il gioco di parole) ad una tratta della Ryanair con voli quasi tutti a frequenza giornaliera su Brindisi da Bologna, Treviso-Venezia, Pisa, Milano. Parliamo di un potenziale di 5 milioni di persone alle quali poteva giungere una informazione accattivante su Oria.

Dieci giornalisti per un educational, finanziato dalla regione Puglia e coordinato da una brava giornalista nella promozione del nostro territorio, Carmen Mancarella, che dal 30 ottobre al 2 novembre ha fatto loro conoscere i “Castelli di Puglia tra i due Mari”, quelli delle provincie di Brindisi e Taranto. E tra questi non poteva mancare Oria con: “Visita al Castello Federiciano dalle cui terrazze si dominano i due mari”; “Il centro storico, tipico borgo medioevale”; “Un sito archeologico di proprietà comunale a due passi dal Comune”.

Finalmente succede che qualcuno venga anche ad Oria e noi, che lo sapevamo, non facciamo nulla per “fare finta”, come Nanni Moretti ci ha insegnato in Ecce Bombo. Fare finta significa che dato il programma dei giornalisti, noto a chi ci amministra, che si imbacucchi la città in funzione di quel programma e farla trovare preparata, bella, ordinata e pulita per l’occasione. Un po’ come facevamo quando da studenti universitari arrivavano gli ospiti: scopavamo lungo il loro possibile passaggio e gettavamo la “piloccia” della polvere sotto letti ed armadi. Ma qui neanche quello.
Brava l’organizzatrice-giornalista che ha organizzato tutto. Peccato che la giornata è finita a tarallucci e vino e che di Oria nessuno dei 10 giornalisti scriverà alcunché.

Ma andiamo per gradi.

Il Castello chiuso nonostante la volenterosa giornalista abbia tentato invano, contattando personalmente la proprietà, di poter fare anche una brevissima visita con i suoi colleghi al seguito.

Il centro storico, ad onor del vero, era relativamente pulito, la piazza era piena di macchine parcheggiate anche in terza fila. E non solo il danno, ma anche la beffa che ha evidenziato il danno. Nel bel mezzo del pranzo dei giornalisti, che in assenza di cose da visitare avevano optato per una sosta all’Intramoenia, è giunto un signore che disperatamente cercava tra quei giornalisti il proprietario della Citroen Picasso parcheggiata in tripla fila in piazza Manfredi e che aveva bloccato la sua Fiat Punto parcheggiata in seconda fila. Signore al quale uno dei giornalisti ha risposto: “La prossima volta rispetti la piazza e parcheggi altrove”.

Il parco archeologico di via Erodoto probabilmente l’ha fatto visitare il nostro vicesindaco che si era reso disponibile per un incontro dopo pranzo con i giornalisti. Peccato che il volenteroso Egidio Conte non sapeva che quei giornalisti, non avendo granché da fare dopo aver trovato il castello chiuso, avevano deciso di andare prima del pranzo al parco archeologico di via Erodoto e, guarda caso, avevano trovato chiuso anche quello.
Complimentoni! Tre cose andate male su tre. Bravi, a volerla fare a posta solitamente non ci si riesce.
Saluti, Girolamo

P.S. (Questa volta un po’ lunghetto):
Quando ero piccolo la mia mamma mi faceva mangiare il pesce. Lo odiavo il merluzzo in brodo, ma evidentemente era il modo migliore per assimilare il fosforo. Purtroppo mia madre, non contenta, mi dava anche delle immangiabili pasticche di fosforo. Mi diceva che facevano bene alla memoria.
Non so se si faccia ancora in tempo a somministrare il fosforo, intanto vorrei ricordare a chi ci amministra che:
1) Rendere visitabile il castello di Oria è un obbligo di chiunque sia il proprietario del Castello in virtù di una servitù sancita nell’atto di origine del 1932, atto con il quale si dava vita alla permuta tra castello e palazzo Martini;

2) Rendere fruibile il Castello e far valere tale servitù davanti alla sedi competenti era tra le righe dei punti del programma dell’attuale amministrazione;

3) La permuta del castello, datata 1932, non prevedeva la cessione della cripta dei Santi Crisante e Daria e, quindi, trattandosi di bene pubblico, la cripta non si può considerare usucapita, ma è e resterà sempre di proprietà del Comune al quale ne andrebbe restituito il possesso e garantito l’accesso, per il Comune e per i turisti di questo Comune. In soldoni, significa che indipendentemente dal far valere la servitù di cui sopra, il Comune dovrebbe prendere possesso della cripta ed i Romanin ne dovrebbero consentire l’accesso, anche se la cripta si trova all’interno del castello;

4) Sempre a proposito di castello, un po’ di coerenza e di reciprocità non guasterebbero. Se il Generale Genghi del Touring Club, amico dei Romanin, viene con il suo pullman e i suoi soci Touring Club a visitare il castello, per l’occasione aperto, e il sindaco si rende disponibile ad ospitare i soci del Touring Club in municipio, coerenza vorrebbe che quando il Comune chiede, Romanin risponda. Ovvero, se vengono 10 giornalisti che scriveranno di Oria per promuoverla nel mondo e il sindaco è stato disponibile e cortese in precedenza con i tuoi ospiti, tu Romanin, per buona educazione, dovresti fare la stessa cosa con gli ospiti del sindaco e della città di Oria e tu sindaco sulla cosa dovresti farti rispettare o ricordartene la prossima volta;

5) La rivalutazione del centro storico, come da programma elettorale, passava attraverso la pedonalizzazione del centro storico stesso e non attraverso la costituzione di un parcheggio abusivo nella sua principale piazza;

6) Sembra che per rendere fruibile il parco di via Erodoto mancherebbe la realizzazione di una staccionata in legno lunga qualche metro. Sei mesi sono un po’ eccessivi per la realizzazione di tale staccionata indipendentemente dalla sua effettiva lunghezza e dalla tipologia del legno da utilizzare.

locandina banner asco somministrazione

 

Resta aggiornato

Iscriviti alle nostre newsletter

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com