Un’evasione da 6 milioni e mezzo di euro grazie ad alcuni semplici ma efficaci escamotage. Sono stati denunciati per dichiarazione fraudolenta continuata i titolari di un importante mobilificio di Francavilla Fontana – due fratelli soci in affari – un altro imprenditore e un commercialista. Il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Brindisi, al comando del maggiore Giuseppe Maniglio, ha eseguito nei giorni scorsi un decreto di sequestro preventivo per equivalente richiesto dalla Procura della Repubblica ed emesso dal gip del Tribunale di Brindisi Paola Liaci.
In particolare, stando a quanto emerso dalle indagini, la truffa sarebbe consistita nel manipolare numerosi contratti di vendita e nel manipolare gli scontrini fiscali togliendo uno zero dall’importo.
Gli accertamenti sono cominciati lo scorso anno con la lente d’ingrandimento delle fiamme gialle puntata sul periodo d’imposta 2011-2014. Secondo gli investigatori, il giro d’affari sarebbe stato del doppio rispetto a quanto effettivamente dichiarato. Inoltre, i soci dichiaravano al fisco tra i 20 e i 30mila euro annui, ma sui conti correnti nella loro disponibilità sono stati trovati quasi cinque milioni di euro tra denaro, titoli e disponibilità finanziarie.
Ma, secondo i finanzieri e la Procura, non sarebbe finita qui: da un’analisi dei documenti relativi alle provvigioni riconosciute agli arredatori impiegati nel megastore, 12 di loro sono risultati aver lavorato in nero per 1150 giornate. In più, parte dei documenti relativi alle loro vendite sarebbe stata occultata dagli stessi soci mediante la distruzione dei contratti stipulati con i clienti. L’altro presunto trucco sarebbe consistito nella modifica degli scontrini: un totale di 1000 euro diventava così di 100 euro. Ciò avrebbe consentito di versare in banca meno di quanto effettivamente incassato.
Nel mirino è finita anche una permuta con un’altra società del posto, per il tramite del suo amministratore, concernente un immobile da adibire a deposito. Un’operazione che avrebbe fornito ai due fratelli soci del mobilificio di ottenere indebiti benefici fiscali.
Il sequestro preventivo ha dunque riguardato disponibilità finanziarie e beni patrimoniali per oltre 6 milioni e mezzo di euro, cifra pari all’evasione fiscale. In gran parte depositi su conti correnti e titoli.