Raccogliamo e rilanciamo il grido d’allarme di Cosimo Di Maria, titolare di patronato Inas-Cisl a Francavilla Fontana, il quale – seguendo la linea nazionale del suo sindacato – denuncia i pesanti tagli che il governo Renzi avrebbe deciso, nella legge di stabilità, proprio a carico dei Caf.
«Soltanto un anno fa – dice Di Maria – si discuteva di pesanti tagli al fondo patronati che avrebbero messo seriamente a rischio l’attività dei nostri uffici e in discussione almeno 200 posti di lavoro in Puglia tra operatori delle principali confederazioni CGIL CISL e UIL. Oggi siamo punto e a capo. Ancora una volta il Governo pensa di poter fare Bancomat prelevando dai soldi dei lavoratori. In allegato trasmettiamo comunicato stampa della ns. sede nazionale, augurandoci che possiate pubblicarlo al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica su una questione le cui conseguenze porterebbero inevitabilmente a rinunciare a servizi e consulenze che fino a ieri i Patronati hanno potuto offrire gratuitamente. Per il momento stiamo monitorando la situazione con la massima attenzione, per comprendere quali misure siano effettivamente previste e, di conseguenza, quali siano le azioni di contrasto più adeguate da intraprendere».
Qui di seguito il comunicato di cui sopra:
“Riteniamo che la credibilità del Governo sia venuta meno, rispetto alla posizione assunta solo un anno fa: allora, dopo aver applicato tagli per 35 milioni di euro al sistema patronati, ci dissero che era essenziale mettere in campo una riforma del settore, tale da garantire chiarezza e trasparenza per i cittadini, e che un simile intervento avrebbe evitato ulteriori ridimensionamenti del fondo.
Ancora oggi dei decreti attuativi della riorganizzazione – che dovevano essere emanati entro il 30 giugno – non si ha notizia, né si sa quali saranno i nostri nuovi campi di intervento e con quali ricadute sull’attività attuale. In più, la finanziaria pare prevedere la riduzione di 48 milioni di euro – solo ieri erano ancora 28 – e l’abbassamento dell’aliquota di finanziamento”.
Così Antonino Sorgi, presidente dell’Inas Cisl, commenta le ultime indiscrezioni circa gli interventi che sarebbero previsti dalla legge di stabilità per i patronati.
“Il ministro del Lavoro Poletti ha dichiarato che un euro o in più o in meno non fanno differenza. Tutt’altro: quei soldi per noi significano riuscire a dare lo stipendio ad un operatore di patronato in più o ad uno in meno, per fornire un servizio sempre più efficiente ai milioni di persone che entrano nei nostri uffici”, prosegue Sorgi. “Tra l’altro, la misura nella sua formula attuale è del tutto immotivata: si prevede un taglio per noi quando invece la richiesta al Ministero del Lavoro era di contenere le proprie spese di funzionamento del 3%: pare evidente che il fondo patronati non ha nulla a che vedere con tale funzionamento”.
“Ora, conclude Sorgi, aspettiamo risposte chiare su tutte le questioni aperte, per comprendere se davvero il Governo vuole ignorare il nostro lavoro e rinunciare all’unica dorsale sociale che può supportare lo sviluppo di un nuovo sistema di welfare per il Paese”.