Il Movimento Politico “Cambiamo Storia”, in seguito al Consiglio Comunale dello scorso 19 ottobre, esprime profonda preoccupazione in merito al prosieguo dei lavori in Piazza Lorch. La preoccupazione scaturisce non solo dal deliberato del Consiglio e dalle probabili conseguenze dello stesso, ma anche dalla circostanza che è stato impedito che in Aula ogni consigliere esprimesse sulla vicenda un voto libero e secondo coscienza, atteso che sulla delibera in questione il Sindaco ha posto “la fiducia” nonostante anche i consiglieri di maggioranza intervenuti avessero auspicato che su tale vicenda venisse accantonata la politica delle bandiere.
Una nota estremamente positiva riguarda invece la Conferenza dei Capigruppo, attraverso la quale e grazie all’ottima iniziativa del presidente del Consiglio Caniglia, si sono vissuti momenti di elevata politica locale come non accadeva da tempo immemore. Ciò è stato possibile perché su una questione delicata e dai pericolosi scenari futuri, il peggiore dei quali è quello di una piazza che potrebbe rimanere nelle attuali condizioni di cantiere per anni, si è registrata la disponibilità di tutti i consiglieri che vi hanno partecipato, responsabilmente e con sacrificio, mettendo da parte i simboli, con l’unico scopo di discutere di una piazza, oggi in pericolo, a cui tutti noi cittadini siamo inevitabilmente ed indissolubilmente legati.
L’unica nota stonata è apparsa sin da subito quella suonata dal Sindaco il quale, portatore di un proprio spericolato piano circa il prosieguo dei lavori in piazza, non solo non ha inteso ascoltare le ragioni che i suoi stessi consiglieri gli hanno sottoposto ma, con il suo intervento in Consiglio, ha irrimediabilmente rovinato l’intesa su un documento nei fatti già condiviso nella sua quasi totalità e che, con qualche limatura, sarebbe stato senz’altro approvato all’unanimità. E ciò che risultava più importante era proprio avere una unica autorevole voce verso l’esterno, della maggioranza e dell’opposizione, attraverso una delibera forte e netta nei contenuti e nelle istanze.
Venendo alla Piazza, che è ciò che più conta, occorre chiarire innanzitutto che gli amministratori erano chiamati a prendere una decisione in realtà tutt’altro che difficile. Non si trattava di raggiungere una complicata sintesi tra diverse sensibilità verso l’importanza storica, culturale e turistica dei ritrovamenti, bensì di assumersi la responsabilità di una decisione, come detto obbligata, per il bene degli oritani e, comunque, senza escludere la valorizzazione di quanto venuto alla luce dagli scavi.
Dati gli elementi da valutare, visti i fatti per come si sono svolti e succeduti e gli atti a disposizione, il consigliere prudente, buon padre di famiglia, non poteva che esprimersi in un modo: quello che al di là di tutto avrebbe scongiurato la peggiore delle ipotesi possibili, cioè che il cantiere di piazza Lorch possa rimanere tale per mesi o, addirittura, per anni; ma che avrebbe scongiurato anche l’eventualità, oggi assolutamente probabile, di ritrovarci con una piazza con un grosso buco mal valorizzato: immaginiamolo dotato di una banale ringhiera, di una rete posta in alto (tipo campo da tennis) per evitare il lancio degli oggetti, tre fari e due telecamere come richiesto nella delibera (che tanto poi non funzioneranno). Un fatto è certo, che questo buco, ove regneranno la sporcizia e l’incuria, e che ci farà perdere la faccia con i forestieri, certamente condizionerà in maniera decisiva il pieno utilizzo della piazza.
Tutto ciò a causa della carenza di adeguati fondi e delle abilità tecniche indispensabili per rendere gradevole l’accostamento di una moderna piazza con gli antichi reperti archeologici. Come si può pensare oggi, a soli due mesi dalla scadenza dei termini perentori impostici dall’Europa (che non scherza in materia di revoche di finanziamenti, ed Oria ne sa qualcosa), di realizzare tale valorizzazione degli scavi senza conoscere le reali disponibilità finanziarie? Come si può oggi decidere di lasciare a vista le tombe messapiche senza sapere, neanche per sommi capi, che tipo di soluzione architettonica sarà adottata e dovendo accontentarsi di ciò che passerà il convento? La progettazione, infatti, sarà eseguita non da un tecnico specializzato e selezionato ad hoc, ma dalla direzione lavori che ci ritroviamo, attraverso una ordinaria variante che, vista la ristrettezza dei tempi, non sarà neanche possibile valutare da parte dell’Amministrazione.
Il Sindaco, nel suo intervento in Consiglio Comunale, smentendo anche le convinzioni dei propri consiglieri e rendendo inutili tre riunioni di capigruppo, si è sorprendentemente dichiarato sicuro che sarà concessa una proroga ai termini di rendicontazione per quanto riguarda il finanziamento, ribadendo inoltre che la necessità di lasciare a vista gli scavi costituisce una priorità sua e della sua Amministrazione. Rispondiamo che gli scavi possono essere resi visitabili anche in maniera diversa e più suggestiva rispetto a quella da lui prospettata e senza compromettere la tradizionale e piena funzione della piazza: da via Torre S. Susanna, per esempio, e dall’alto attraverso botole calpestabili in corrispondenza dei rinvenimenti più significativi.
Aggiungiamo che, ove non fosse possibile realizzare oggi, e male, tale valorizzazione, la si potrebbe fare più avanti quando, intercettati i necessari e sufficienti fondi, ci sarà tutto il tempo per far fare il progetto a qualcuno davvero esperto. Al Sindaco, a suo dire rassicurato da un funzionario della Regione, che tuttavia si è ben guardato di mettere a verbale tali rassicurazioni, vogliamo rammentare la estrema volatilità delle parole cui si contrappone il rigido atteggiamento della Comunità Europea, questo si riscontrato in più occasioni, soprattutto negli ultimi anni, che si troverà a valutare (quand’anche venisse richiesta una proroga che, ad oggi, non è stata ancora formalmente richiesta), se accordare l’ennesima dilazione sul medesimo progetto, già in ritardo di almeno due anni e mezzo rispetto ai tempi originariamente previsti.
La verità è che il Sindaco sta conducendo, purtroppo assecondato dai molti dei suoi consiglieri (si sono registrate al momento del voto solo tre assenze, forse strategiche), una sua personale battaglia contro un progetto ed i suoi progettisti. Non può trattarsi solo di una improvvisa sensibilità verso la storia e le sue testimonianze, altrimenti risulterebbe inspiegabile il motivo per cui non si spende anche in merito al ritrovamento, questo sicuramente importante, di un insediamento urbano risalente al XII-XIII secolo affiorato in questi ultimi mesi durante i lavori di riqualificazione ancora in corso presso il Parco Montalbano, caratterizzato da case, strade, cisterne, evidenze di cruenti assalti e, addirittura, quella che potrebbe essere una chiesa medievale. Qui non ci sono soldi e non c’è interesse: rimarrà tutto inesplorato!
Per questo siamo convinti che il Sindaco, che nonostante la situazione di massima incertezza punta e rischia tutto sulla propria idea di Piazza Lorch, sia spinto soprattutto da una avversione al progetto e dalla necessità di non darla vinta a qualcuno, retaggio questo di una politica che non vogliamo. Speriamo vivamente che abbia ragione, che i lavori ripresi oggi dopo uno stop di un mese, proseguano senza sosta e senza intoppi, che perciò ci attendano almeno sessanta giornate di sole, che vengano concesse tutte le proroghe necessarie e che il risultato finale sia quanto meno gradevole e funzionale. In caso contrario, purtroppo, della piazza non ci rimarranno che gli antichi ricordi ed i nomi e i cognomi dei responsabili di una scelta sciagurata!
Cambiamo Storia